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Dalla gioia alla delusione: i 28mila dell’Arechi abbracciano la squadra a fine partita

La partita col Cagliari è iniziata prestissimo per i quasi 28mila dell’Arechi. Spalti pieni già un’ora e mezza prima del fischio d’inizio, con inevitabili disagi alla circolazione veicolare: tangenziale bloccata e moltissime persone che hanno preferito lasciare l’auto tra Arbostella e Mariconda proseguendo a piedi. Qualche momento di tensione prima dell’apertura dei cancelli dove un addetto interno ha perso conoscenza: è stato soccorso dai volontari della Misericordia e trasferito in ospedale, ma restando sempre vigile.

Un grido di battaglia continuo ha accompagnato la lettura della formazione da parte dello speaker. Poi, all’ingresso delle squadre in campo, l’iconico “State tutti attenti che…” che ha infiammato l’atmosfera in un pomeriggio dal clima autunnale, con tanto di rapido acquazzone che ha complicato le operazioni di ingresso per qualche minuto. L’andamento della partita ha inciso sull’umore dell’Arechi che nella ripresa ha iniziato a spingere arrivando alla felicità per il rigore concesso alla Salernitana e trasformato da Verdi prima di un finale di gara a dir poco movimentato. Un finale di partita segnato dall’attesa di 28mila cuori granata (presenti anche tifosi di Bari e Reggina) esplosi di gioia dopo la decisione dell’arbitro Di Bello di revocare il calcio di rigore inizialmente concesso agli ospiti. Una gioia trasformatasi in delusione quando Altare ha battuto Sepe sugli sviluppi di un calcio d’angolo per il definitivo 1-1. Al triplice fischio la delusione ha lasciato spazio all’applauso per la squadra, pronta a combattere altre due battaglie per raggiungere l’agognato traguardo.

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