In vista del match di domenica tra Salernitana e Potenza, abbiamo raccolto le parole di Rino Iuliano, ex portiere di entrambe le squadre e figura molto legata a due piazze che hanno segnato profondamente la sua carriera. L’ex portiere ha raccontato il suo percorso calcistico, diviso tra due piazze a cui è profondamente legato: ”Ho avuto la fortuna di vivere Salerno e Potenza come due tappe fondamentali della mia carriera e della mia vita. A Salerno sono cresciuto calcisticamente, dal settore giovanile all’esordio in prima squadra, vincendo un campionato dalla C alla B. A Potenza ho avuto un altro percorso importante, vincendo di nuovo e trovando un ambiente che mi ha accolto come un figlio. Il mio cuore è diviso a metà: considero entrambe come due famiglie, due luoghi che mi hanno formato e che porto dentro come mamma e papà. Oggi collaboro ancora con il Potenza nel settore giovanile, ma continuo a seguire e tifare Salernitana. Domenica, da doppio ex, spero solo che vinca il migliore e che lo spettacolo sia all’altezza delle due piazze”.
Prima di parlare della gara, il doppio ex ha introdotto un’analisi lucida sul momento delle due squadre: “La Salernitana viene da una vittoria importante fuori casa e ha ripreso il percorso che la deve portare a vincere il campionato. Il Potenza arriva da un successo di cuore, ottenuto in dieci uomini, anche questo dice molto sulla compattezza del gruppo. Entrambe arrivano con entusiasmo, ma con obiettivi diversi. La Salernitana deve vincere il campionato, il Potenza punta ai playoff. Mi auguro che entrambe riescano a raggiungere i loro traguardi: la Salernitana tornando in Serie B, il Potenza continuando a consolidarsi in C e magari, un domani, puntare anche più in alto”.
Iuliano ha ricordato cosa significhi avere alle spalle un tifo come quello granata: “L’Arechi ha un peso enorme in partite del genere. Il calore della città non è paragonabile ad altre piazze: vincere a Salerno è quasi come vincere una Champions League per l’intensità delle emozioni che trasmette. Ricordo una gara dei playoff contro il Verona: nei primi minuti, mentre guidavo la difesa, non riuscivano neppure a sentire la mia voce per quanto era forte il tifo. L’Arechi è il vero dodicesimo uomo. Domenica la Salernitana avrà una spinta enorme”.
L’ex portiere ha offerto un’ampia riflessione sul campionato che lo ha visto protagonista per anni: “La Serie C è sempre stato un campionato duro, soprattutto il Girone C, da sempre il più caldo e competitivo. È cambiato tanto nel tempo, soprattutto per il discorso delle trasferte vietate, che tolgono qualcosa allo spettacolo. Una volta anche le squadre che lottavano per la salvezza partivano alla pari; oggi vediamo spesso club penalizzati già in avvio e questo cambia gli equilibri. Ma la C resta fondamentale per il calcio italiano: è il campionato dove ci si forma davvero, l’ultimo pezzo di calcio autentico che ci è rimasto”.
L’estremo difensore, infine, ha commentato il nuovo volto della Salernitana, parlando del tecnico Raffaele e del direttore sportivo Faggiano: “Raffaele è un tecnico che conosce benissimo la categoria, è preparato e ha esperienza. Allenare la Salernitana in C è quasi come guidare una squadra di Serie A per pressione e ambiente. Sono convinto che lui darà tanto alla piazza e che la piazza darà tanto a lui: è un matrimonio perfetto. Per quanto riguarda Faggiano, lo conosco bene: è uno dei direttori più competenti in Italia. Ha costruito un assetto importante e la Salernitana è il contesto giusto per valorizzare le sue capacità. Entrambi hanno la qualità per riportare i granata dove meritano”.