Dal Crotone ci si aspettava che potesse essere protagonista in chiave promozione diretta, dalla Salernitana che riuscisse a stazionare stabilmente almeno nelle prime sette posizioni, per poi sferrare il decisivo attacco ai posti nobili dei playoff nel rush finale. Nulla di tutto ciò, a undici giornate dalla fine e dieci gare da giocare sia per i granata che per i pitagorici. Sfida tra deluse domenica? Di più. Esame importante per Gregucci: la gara coi pitagorici dirà se la Salernitana “può stare di qua o di là in classifica”, parafrasando una frase di Nesta pronunciata prima della gara vinta dal suo Perugia contro il cavalluccio. Domenica, dovesse andar male, il trainer di San Giorgio Jonico potrebbe finire sulla graticola e la sua panchina traballerebbe.
Mentre il Crotone dovrà quantomeno far “la guerra” (sportivamente) per agguantare una salvezza addirittura non scontata, la Salernitana attraversa un periodo di minimo storico – da quando è tornata in B con la gestione romana – di appeal e gradimento da parte della tifoseria, tra risultati più che altalenanti, il fantasma del “galleggiamento” a centro classifica che perennemente aleggia sull’Arechi e una serie di mosse relative alla comunicazione e ai rapporti col tifoso/cliente che riescono sempre a trovare qualcuno che storce il muso. Si dirà, “a Salerno non va mai bene niente”. Parzialmente vero, lo si nota tutti i giorno col termometro dei social. Ma approfittare del momento non entusiasmante per abbassare sensibilmente il costo dei tagliandi in tutti i settori e favorire (o provare a farlo) in tal modo un minimo di affluenza in più sugli spalti, non sarebbe stata una cattiva idea. La società ha agevolato le donne per Salernitana-Crotone, 5 euro simbolici ma solo per tribuna e distinti. Per riaccendere l’entusiasmo, forse, serve dimostrare con i fatti di volerlo davvero. Le dichiarazioni rilasciate dal co-patron Marco Mezzaroma nel post gara di Salernitana-Cremonese (“Ringrazio chi ha deciso di sostenerci, quanto agli altri che non sono venuti allo stadio… beh ognuno fa le sue scelte”), nel commentare il minimo stagionale interno del corrente campionato, evidenziano quasi una volontà di andare muro contro muro con chi – sponda tifoseria – non crede più nella bontà del progetto. O dello spettacolo, che dir si voglia. Perché, concetto più volte ribadito, se il presidente è imprenditore e il calcio è un’azienda, il tifoso non può che essere il cliente. E non solo il cliente ha sempre ragione ma, a ben vedere, va sempre coccolato, stimolato corteggiato. Anche se fischia, se dà libero sfogo sui social al suo malcontento. A cosa servirebbe, altrimenti, la pubblicità?
La Salernitana va sostenuta da chi le vuol bene, sempre. Anche e soprattutto con le critiche, possibilmente argomentando e senza preconcetti. La Salernitana è obbligata a infilare tre vittorie consecutive, Crotone in casa e Livorno fuori, poi Venezia ancora tra le mura amiche, se vuol continuare a covare speranze di riagganciare i playoff e riaffermarsi nelle zone importanti di classifica. Una missione non impossibile ma neppure facile, vista la sete di punti delle squadre che vogliono salvarsi. I labronici lo hanno dimostrato ieri, domando la corazzata Benevento. Il problema sono le motivazioni e i limiti di una squadra che se ha tirato pochissimo in porta in tutto il campionato, fisiologicamente non può all’improvviso diventare una macchina da gol e invertire la tendenza, come se qualcuno agitasse una bacchetta magica. L’auspicio è chiaramente il contrario, va detto. Tra i limiti della squadra sembra essercene anche uno psicologico, anch’esso di difficile correzione, arrivati a questo punto del campionato: una squadra che sa quello che vuole, va a prenderselo con tutte le sue forze. Si veda il Perugia, proprio domenica al Curi contro la Salernitana. Che, invece, in superiorità numerica è parsa incapace – tra campo e panchina – di affermare la propria forza, di trasformare in fatti concreti quello che sulla carta è scritto, ovvero una rosa che costa e che consta di numerosi elementi di categoria. Non basta, il tempo stringe e il centenario si avvicina. La piazza vuol festeggiarlo in concomitanza con altro e non è da escludere che la società – dovesse andare male anche col Crotone – possa decidere per un ulteriore ribaltone in panchina, salutando anche Gregucci e ingaggiando un terzo allenatore.
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