Con l’Atalanta U23 non è stata la prima ufficiale dei granata contro una “squadra B”…

La parte di Curva Sud che ha deciso di restare fuori dai cancelli dell’Arechi ieri sera, il Direttivo Salerno, non ha fatto retromarcia e ha confermato l’intenzione già ribadita alla vigilia di Salernitana-Atalanta U23 con una foto sui social che rappresentava gli striscioni esposti durante la precedente partita: “Il calcio è genuina espressione popolare, davanti alle squadre B si può solo disertare”. Messaggio arrivato ma che difficilmente, per come si sta evolvendo il calcio, sarà preso in consegna dai vertici del calcio.

La curiosità è che la vittoria di ieri dei granata sulla seconda squadra della Dea non è stata la prima partita ufficiale giocata dalla Salernitana contro una squadra B in partite ufficiali. Infatti, è già successo oltre novanta anni fa, quando in tempi non sospetti la Federazione prevedeva l’iscrizione delle seconde squadre ai campionati minori, in quel caso di Prima Divisione, il terzo livello all’epoca del calcio che quindi oggi sarebbe equiparabile alla nostra Serie C.

Nella stagione 1932/1933 la Salernitana affrontò Napoli B e Bari B: 2-1 a Salerno e sconfitta 2-0 in Puglia contro i galletti, vittoria per 6-3 a Salerno e poi sconfitta 1-0 a Napoli contro gli azzurri. Nel 1933/1934 l’esperimento fu ripetuto con la conferma del Napoli B, battuto 4-1 all’andata, poi 2-2 al ritorno, e con la “novità” del Palermo B, sconfitto 0-3 in Sicilia e 1-0 al ritorno. Ma come è era il regolamento? Anche allora le seconde squadre facevano classifica, tuttavia non potevano essere promosse. In quegli anni la promozione al secondo livello era decretata dopo un mini-girone finale a cui accedevano le prime classificate di ogni girone. Se una squadra B avesse finito il campionato al primo posto, non avrebbe potuto accedere al girone finale ma ci sarebbe andata la seconda classificata. Oggi è diverso: l’Atalanta U23 potrebbe in teoria andare in Serie B (ma non in A con la permanenza in massima serie della prima squadra).