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Con la Cavese un’altra rimonta: ben 13 punti “sorpassando” l’avversario

C’è un dato che la partita di ieri ha ulteriormente confermato e che racconta meglio di ogni parola l’inizio di stagione della Salernitana: con quella contro la Cavese, su otto gare giocate, per ben cinque volte i granata sono andati sotto nel punteggio, riuscendo però sempre a rimettere in equilibrio la partita. Un trend che può essere interpretato come un segno di forza o come un limite ancora da risolvere?

Da un lato c’è senza dubbio la grande capacità di reazione del gruppo. Ogni volta che la Salernitana va in svantaggio, sembra quasi accendersi, ritrovando energie mentali e fisiche che le permettono di rientrare in gara: è successo a Cosenza, in casa col Sorrento, a Casarano, a Giugliano e ieri nel derby. Quando è riuscita a rimontare, la squadra di Raffaele ha segnato 8 reti – sulle 15 totali – nei secondi 45′. La rimonta contro la Cavese è soltanto l’ultima manifestazione di carattere e orgoglio di una squadra che non smette mai di crederci: sui 19 punti in classifica, ben 13 sono arrivati grazie alle rimonte. Questo atteggiamento può essere letto in modo “romantico”, come la testimonianza di un gruppo che non si arrende mai e di un allenatore capace di toccare le corde giuste nei momenti chiave. Ma esiste anche l’altra faccia della medaglia: nel lungo periodo, vivere di rimonte può diventare un rischio. Non sempre la reazione porta i risultati sperati e, talvolta, se non si è abituati a gestire un vantaggio, si finisce per subirlo. È quanto accaduto contro l’Audace Cerignola, quando, avanti 2-0, la Salernitana si è fatta rimontare fino al 2-3 finale.

La questione è duplice: tattica e mentale. Tatticamente, la Salernitana tende a partire con un baricentro basso, prudente, concedendo metri e iniziativa all’avversario. Solo dopo lo svantaggio alza i ritmi, aumenta la pressione e trova soluzioni più verticali. Mentalmente, sembra aver bisogno dello shock del gol subito per accendersi davvero. È un paradosso che descrive bene il suo modo di giocare, una squadra che reagisce, ma troppo spesso dopo essere stata colpita. È una qualità che racconta di un gruppo capace di trovare energie nei momenti difficili, ma anche il segnale di un equilibrio ancora da costruire. 

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