Riscattarsi e iniziare a muovere la classifica. L’obiettivo prossimo della Salernitana è facile a dirsi, dopo tre ko di fila, ma non facile a farsi. Da oggi è partita la marcia di avvicinamento alla sfida contro l’Atalanta di sabato sera all’Arechi. I granata devono da subito darsi una svegliata. “Tra B e A c’è un grande gap che negli ultimi anni si è ampliato. Le difficoltà della Salernitana sono fisiologiche. A Bologna la squadra non mi è dispiaciuta, la prestazione c’è stata, ma solo il risultato è stato negativo. La Roma era poi certamente un avversario proibitivo. Il Torino poi è squadra competitiva, che gioca da anni in A, e un risultato come quello di ieri ci poteva stare. Ieri la squadra ha retto bene nel primo tempo, ho visto organizzazione. Se con un pizzico di fortuna il colpo di testa di Di Tacchio sarebbe entrato, anziché finire sul palo, forse sarebbe venuta fuori un’altra partita. Gli episodi nel calcio sono spesso decisivi – il pensiero di Stefano Colantuono ai nostri microfoni – . Il risultato di ieri certamente resta e ora la Salernitana deve mettersi in moto e inizare a macinare punti, senza guardare l’avversario, altrimenti le altre si staccheranno troppo in classifica. Le possibilità ci sono, ad alcuni calciatori manca un po’ di condizione e poi serve la giusta amalgama. Il tempo c’è, siamo alla terza giornata. La Salernitana è tornata in A dopo anni e l’obiettivo è molto semplice, ovvero mettere tre squadre dietro. L’organizzazione e la fortuna saranno importanti, ma il mister sa quali sono le difficoltà e dove porre rimedio. Nei momenti di difficoltà però ci vuole calma, l’ambiente deve rimanere compatto e fiducioso”.
Il trainer romano analizza anche la rosa della Salernitana, con un focus particolare su Franck Ribéry e su due calciatori che lui ha allenato proprio a Salerno: “I nomi lasciano il tempo che trovano. A mio parere la Salernitana non è inferiore alle dirette concorrenti Empoli, Venezia e Spezia, anzi può giocarsela tranquillamente. Ricordiamo che l’anno scorso il Venezia è arrivato dietro alla Salernitana. Certamente nel corso del campionato arriveranno le sorprese, con qualche squadra immischiata nella lotta salvezza. Nessuno si aspettava che lo scorso anno il Parma potesse retrocedere. L’arrivo di Ribéry può dare nuova linfa alla squadra. Tecnicamente è un calciatore che può dare tantissimo, ha grande qualità ed esperienza. Ribéry può aiutare anche gli altri a crescere e migliorare, ovviamente deve trovare condizione e può farlo solo giocando. Alla luce della situazione societaria penso che Fabiani abbia fatto del suo meglio, non era certamente semplice. Sono arrivati giocatori importanti, alcuni sono in ritardo di condizione e si vede. Recuperarli aiuterà ad arrivare fino a gennaio, poi ad inizio anno nuovo si potranno fare altre valutazioni in base alla classifica. Davanti si è rinforzata con Simy e Bonazzoli, in difesa è arrivato Gagliolo, forse qualcosa di qualità a centrocampo serviva, ma sono scelte dell’allenatore che non vado a sindacare. I calciatori vanno aspettati. Di Tacchio e Djuric li conosco bene, avendoli allenati alla Salernitana. La loro permanenza è importante, poiché servono da collante per aiutare i nuovi ad ambientarsi e a capire la mentalità della piazza. Loro la conoscono benissimo, avendo anche vinto il campionato. È giusto avergli dato una chance, sono due ragazzi che in rosa ci stanno bene”.
Colantuono conosce bene sia Bergamo che Salerno. Con l’Atalanta, allenata dal 2005 al 2007 e dal 2010 al 2015, ha conquistato due promozioni in massima serie e ben cinque salvezze, tra cui una partendo con una penalizzazione di -6. La sua avventura granata è durata un anno, dal dicembre 2017 al dicembre 2018. Il tecnico, dopo il dodicesimo posto della prima stagione, si dimise dopo tre ko di fila nel successivo campionato, lasciando la Salernitana al decimo posto e meno due dalla zona playoff. Alla vigilia della scorsa stagione è stato anche vicino al ritorno: “La mia Atalanta era molto organizzata, avevamo poi giocatori di qualità, come Doni. La compattezza e la tranquillità nelle difficoltà è stato il segreto della squadra – ricorda Cola -. A Salerno l’ambiente può fare la differenza in positivo, ma serve equilibrio. È giusto essere critici, ma senza esagerare, certamente serve un miglioramento, ma ci vuole pazienza. Alla Salernitana è capitato anche un calendario non semplice. Il pubblico può essere l’arma in più, stando vicino alla squadra. Sono fortissimamente legato a Bergamo, dove ho vinto due campionati, ho fatto grandi salvezze in A. Sono rimasto lì sette anni e lì è nato mio figlio. Dopo Bergamo Salerno ha il secondo posto nel mio cuore, una piazza dove sono stato benissimo, anche se sono rimasto appena un anno. Auguro alla Salernitana di salvarsi. Il calore di Bergamo e quello di Salerno sono molto simili”.
Da collega Colantuono difende anche l’operato di Fabrizio Castori: “Fabrizio deve lavorare sia su fisico che testa, sapeva le difficoltà che avrebbe incontrato e non si abbatte facilmente. Sono sicuro che sta provando a trovare il bandolo della matassa, le difficoltà ci sono e ci saranno ancora. Gli serve serenità per lavorare al meglio, è presto ed è esagerato parlare già di cambio in panchina”. Sabato all’Arechi però arriverà un avversario decisamente proibitivo: “Certamente l’Atalanta è l’avversario peggiore. La partita europea dei nerazzurri può essere un vantaggio, inoltre avrà il peso del viaggio, giocando in Spagna. Saranno un po’ più stanchi. Parliamo ovviamente di una grande squadra che aggredisce e gioca a ritmi alti. Sicuramente Castori la sta preparando bene. Il risultato negativo con la Fiorentina inganna, l’Atalanta può vincere ovunque. La Salernitana dovrà fare una partita di spessore per fare punti, in particolare servirà grande attenzione, ci sono attaccanti pericolosissimi come Zapata, Ilicic, Piccoli e Malinovski. Bisogna impostare una partita sugli stessi ritmi”.
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