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Colantuono c’è: “Carico a mille, possiamo giocarcela. Castori mio amico, ha scritto storia”

È sterrata la strada che conduce a Salernitana-Empoli per Stefano Colantuono, con tanti fossi da evitare per cercare di arrivare alla bandiera a scacchi della vittoria. L’allenatore granata, chiamato da questa settimana a sostituire l’esonerato Fabrizio Castori, torna in panchina dopo oltre tre anni, ripartendo proprio da Salerno.

Le motivazioni

L’allenatore prova a gettare sul percorso un po’ di… asfalto, fatto di motivazioni. “La scelta è stata facile, allenare in Serie A è una chance importante, un campionato che conosco, so quanto sia bello e accattivante, è una grossa chance, Salerno è una piazza alla quale mi sento legatissimo, pur avendola vissuta solo per un anno. Mi sono trovato molto bene, ho tanti amici, ancor prima di tornare li avevo, mi piace la città, è venuto facile dire sì. – ha dichiarato Colantuono in conferenza stampa presso la sede di Caffè Motta, iniziata con quasi un’ora di ritardo sulla tabella di marcia – Mi ha chiamato l’amministratore Marchetti con il direttore Fabiani. Vero che da qualche anno che sto fuori, ma sono carico a mille. In questi anni ho avuto opportunità di tornare ad allenare, ma all’estero e non ero propenso. Poi c’è stato il lockdown e ho dato una mano alla Sambenedettese come direttore tecnico. E ora sono qui. Sarei tornato a prescindere, qui sono stato veramente bene, mi è solo dispiaciuto non poter finire quel campionato e averlo dovuto abbandonare. Non sono un ruffiano, credo nella possibilità di poter fare un lavoro di grande sofferenza, con l’aiuto di tutti sono convinto che possiamo farcela. Obiettivo salvezza? La Salernitana rientra in un gruppo di compagini che deve fare un certo tipo di campionato. Normale che il primo anno sia quello più complicato, c’è bisogno di consolidarsi. Siamo lì, l’importante è restare sempre attaccati al gruppone, perché da gennaio in poi il campionato può assumere connotati diversi e non mi riferisco al mercato che è un discorso a parte. Dobbiamo giocarcela fino alla fine perché questa squadra ha le carte in regola per arrivare al traguardo”. 

Il primo scoglio

“Abbiamo vissuto una settimana un po’ travagliata, ad alcune defezioni se ne sono aggiunte altre purtroppo, però non abbiamo tempo né voglia di piangerci addosso e pensare a chi non c’è. Dobbiamo organizzare una partita in maniera importante per tornare a fare velocissimamente punti. Alcune assenze sono inaspettate, siamo in continua evoluzione. La causa degli infortuni? Dovremo vedere, gli ultimi – quello di Mamadou di ieri ad esempio – è una sorta di infortunio traumatico, è un problema tendineo, rientra in una casistica diversa. Degli altri non parlo perché non c’ero e deontologicamente non sarebbe corretto. Per Ruggeri non è una ricaduta, ha un problema in una zona diversa da quella interessata precedentemente. Ora abbiamo solo bisogno di giocare, farlo bene, in maniera gagliarda e fare punti. Obi e Strandberg? Vediamo, ho ancora 24 ore per fare delle valutazioni. Dobbiamo ripartire dal fatto che quando la Salernitana ha fatto le partite giuste – e lo ha fatto con tutte, anche con l’Atalanta – significa che ci sono dei valori. Bisogna cercare di esaltarli e di mettere da parte le criticità”, le parole del trainer prima di focalizzarsi sull’Empoli.

Gli avversari

“L’Empoli è squadra consolidata, gioca allo stesso modo da tanti anni a prescindere dall’allenatore. Loro sanno fare benissimo questo 4-3-1-2, palleggiano bene e sono tra l’altro con la testa sgombra, perché stanno facendo un campionato al di sopra delle aspettative, oltre alle normali difficoltà c’è questo ulteriore fatto, gli azzurri hanno la forza dei nervi distesi, sicuramente verranno a fare una partita importante”.

Il passato e il presente

Il tecnico classe 1962, che domani compirà gli anni, si dimise a dicembre 2018 a causa delle precarie condizioni di salute della sorella, poi venuta in seguito a mancare. Lotito parlò di pressioni. Oggi Colantuono preferisce “non tornare su quella storia, per me è una pagina dolorosa, l’ho metabolizzata, ho avuto problemi. Ora è una storia nuova, la testa è libera. Gli ultimi 6  mesi vissuti qui per mia sfortuna li ho vissuti con uno stato d’animo particolare, è passato tempo e torno con grande entusiasmo e carica, al di là della classifica”. La panchina gli manca da tre anni, la Serie A da cinque. “Capita di stare fermi, il calcio è diverso oggi, con il gap tra squadre che stanno dietro e quelle che stanno davanti che si è leggermente evidenziato. – dice – Speriamo di poter dare un contributo a questo gruppo di ragazzi e a questa squadra perché ce n’è bisogno. Avevo visto dal vivo la Salernitana con l’Atalanta, ho visto una buonissima squadra, a volte gli episodi l’hanno condannata. Ho guardato anche le altre: è innegabile che ci sia stato qualche errore anche individuale che fa parte del gioco, ma avevo visto bene la squadra, ha avuto forza di rimontare la gara col Verona. In questa striscia di partite qualche punto manca alla Salernitana, non è questa la sua reale classifica. Ho rivisto dettagliatamente tutte le partite, le mancano almeno tre punti”.

Il saluto al predecessore

“La squadra è dispiaciuta, quando va via l’allenatore è una sconfitta di tutti, c’erano dei giocatori legatissimi a Castori. Il calcio è questo. – afferma ancora il neo mister – Castori ha scritto una pagina indelebile della storia calcistica salernitana, da questo punto di vista lo invidio, solo Delio Rossi c’era riuscito nella storia recente. Ha lasciato una traccia, mi auguro nel mio piccolo di poter lasciarne un’altra centrando un obiettivo che tutti speriamo di poter ottenere. Voglio salutare con grande affetto Fabrizio Castori, nel calcio ho degli amici ma ce ne sono 3-4 ai quali sei più legato e Fabrizio è uno di questi, siamo quasi conterranei, ho un legame trentennale con lui, lui mi ha dato l’opportunità tanti anni fa di allenarmi con la sua squadra, per me è come un fratello, abbiamo un rapporto straordinario”.

La carica dei tifosi

“Non sono io a dover dire cosa fare a gente che ha dimostrato tanto. Alla prima giornata del 2018/19 vidi uno spettacolo incredibile col Palermo; è come avere un giocatore in più, ma non è la solita frase fatta del dodicesimo uomo. Il tanto amore in alcune circostanze può portare ad essere ancora più critico. L’unica cosa  che posso chiedere ai tifosi è avere pazienza, perché la matassa non si sgarbuglia subito, il lavoro non può svilupparsi nel giro di pochi mesi. Non possiamo permetterci il lusso di disperdere questa risorsa, dobbiamo portare la gente dalla nostra parte con prestazioni importanti, dimostrando che non lasceremo mai nulla al caso. Faremo il possibile per portare a casa la permanenza in A. il sostegno della nostra gente è fondamentale”.

Ribéry

“Ho avuto la fortuna di allenare giocatori importanti, sono i più facili da gestire e da allenare, sanno che se hanno raggiunto alti livelli è perchè sanno come si fa, aiutano il mister e lo mettono in condizione di lavorare semplicemente. Ho allenato in passato Bobo Vieri, Cavani, Di Natale ed era lo stesso. La Salernitana nelle ultime settimane ha giocato col trequartista. I tre giocatori davanti non sono condizionati dal ruolo, Franck parte da una fetta di campo a lui più consona, poi nello sviluppo può diventare un attaccante. Ha qualità che al tri non hanno, nella parte finale dell’azione è bravo a legare il gioco, stesso discorso per Bonazzoli. Anche loro devono avvicinarsi alla porta, c’è bisogno di tutti, altrimenti diventa difficile fare gol”.

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