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Cinque gol dal Carpi, 50 subiti in totale: tanti difensori in campo, ma retroguardia allo sbando

Sono stati cinque, ma potevano benissimo essere dieci. Ieri il Carpi ultimo in classifica ha fatto quello che voleva contro la difesa granata, sempre più inesistente. Ogni volta che la squadra di Castori recuperava il pallone riusciva ad andare in porta. Senza difficoltà, senza ostacoli, senza particolare resistenza. È vero, l’uomo in meno per tutta la gara è un attenuante, però neanche la stanchezza giustifica il tracollo imbarazzante avvenuto nel secondo tempo.

Ieri la Salernitana ha preso per la prima volta in stagione 5 gol, dopo i quattro subiti da Benevento e Pescara. In tutto il conto totale delle reti incassate da Micai è salito a 50. Una cifra spaventosamente elevata. Nessuna squadra di Serie B ha fatto peggio, se non il solo Carpi che prima della gara di ieri era ultimo in classifica e un motivo certamente esisteva. In tutta la scorsa stagione la Salernitana subì 58 gol, ma giocando 42 partite contro le 33 attuali di Schiavi e compagni. Tutti i numeri del fallimento.

Micai ormai non riesce più a tenere la porta inviolata e la squadra certamente non lo aiuta. Sono addirittura otto le partite consecutive senza clean sheet e dalla gara con la Cremonese la Salernitana ha addirittura subito 19 gol. Una media superiore ai due gol a partita. Una media retrocessione.

L’assetto difensivo è stato l’equivoco tattico della stagione della Salernitana. Colantuono ha sempre provato a dare un’impronta alla squadra molto fisica, in campo la lotta più che la qualità. Anche con un pizzico di fortuna, il tecnico di Anzio era riuscito a dare stabilità ed equilibrio alla sua squadra prima dell’inizio dell’incubo di dicembre. Dalla gara di andata con il Cittadella, infatti, la Salernitana ha perso tutte le distanze e non si è mai più ritrovata. L’arrivo di Gregucci non ha invertito il trend, anzi. Il tecnico pugliese ha provato con moduli diversi, giocatori diversi, ma senza risultati. I granata per tantissime partite hanno schierato un numero elevato di calciatori difensivi, senza però riuscire a garantire protezione a Micai. E i tanti difensori in campo non hanno garantito, naturalmente, quella qualità di gioco tanto richiesta a Gregucci e mancata per tutta la stagione. Come i gol. Anche ieri, nonostante l’inferiorità numerica, in campo contemporaneamente c’erano quattro difensori di ruolo (Casasola, Pucino, Schiavi e Gigliotti) e tre mediani (Di Tacchio, Akpa Akpro, Minala). Sette uomini più il portiere con compiti prettamente difensivi, eppure il Carpi sembrava il Barcellona. E la manita è stata la naturale conseguenza.

Contro il Foggia Gregucci è obbligato a vincere e rialzarsi, perché mancano tre partite alla fine e adesso si rischia davvero di farsi risucchiare nella zona playout, dilapidando un vantaggio che sembrava potesse far stare tranquilli. In Puglia sarà partita della vita, al di là della situazione di classifica. Serve una risposta, da parte di tutta la squadra. E soprattutto dall’assetto difensivo che ormai viene spostato dalla prima, timida, folata di vento ogni volta che scende in campo.

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