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Sei ex di turno in casa granata: al Del Duca i primi passi da “Pro” per Di Tacchio

“Il ragazzo si farà, anche se ha le spalle strette”. Quel “sole tra i palazzi” di De Gregori, probabilmente lo avrà guardato almeno una volta nella sua vita Francesco Di Tacchio mentre si allacciava le scarpette indossando la maglia bianconera. E l’ex di “lusso” del match tra Ascoli e Salernitana che andrà in scena sabato alle 18 al “Del Duca”, è proprio lui. Quel ragazzo, poco più che adolescente, ha infatti tirato i primi calci al pallone proprio tra i bianconeri esordendo in prima squadra nella stagione di serie B 2008/2009 con Franco Colomba, collezionando 12 presenze, prima di essere prelevato dalla Fiorentina. Adesso la sua “maturità” veste la maglia granata. Non bisogna portare troppo indietro le lancette dell’orologio per ricordare di quando, durante il girone di andata all’Arechi, fu proprio il centrocampista a “salvare” una partita che sembrava chiusa in cassaforte dai bianconeri già dal primo tempo. Suo antagonista, sarà l’ex di casa Salernitana Lorenzo Laverone, che tra le file dei granata ha militato tra il 2016 e il 2017.

Ma non solo Di Tacchio. Diversi gli ex infatti per il club marchigiano, che questa volta ritrova lo stesso Djuric. Il bosniaco ha militato ad Ascoli durante il 2010, mettendo a segno soltanto due reti in 17 presenze. E se proprio dovesse essere Djuric l’uomo che farà al caso di mister Gregucci al “Del Duca”, avrà come suo compagno di squadra un altro ex dei marchigiani, Guillaume Gigliotti, che ha lasciato il Picchio proprio in estate, dopo 63 presenze e 3 reti in due stagioni.
L’attuale terzo portiere della Salernitana Stefano Russo ha vestito invece la maglia ascolana nella stagione di terza serie 2013/14 (20 presenze totali). La stessa in cui Angelo Fabiani iniziò da ds dell’Ascoli e finì – a partire da gennaio – da operatore di mercato della Salernitana. Un caso di trasferimento dirigenziale a stagione in corso più unico che raro. Fabiani portò con sé numerosi calciatori, tra cui Scalise, lo scudiero Pestrin e quell’Alberto Bianchi che da allora (quasi) ininterrottamente è rimasto a Salerno, sebbene con ruoli dirigenziali, dopo aver appeso gli scarpini al chiodo nel 2015.

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