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Cent’anni di… spareggi: 94 anni fa il primo “playout” della storia per la Salernitana

Nella storia di una società di calcio, alle parti brutte – o sofferte, quantomeno – è riservato sempre un posticino. Sarebbe infatti troppo conveniente rimuoverle, pensando solo ai momenti esaltanti ed emozionanti. Anche nei cent’anni di cammino sportivo della Salernitana, di dolori se ne trovano a bizzeffe. La doppia sfida playout col Venezia può chiudersi in ogni modo: di certo, per modalità di arrivo alla disputa del confronto, per opposte aspettative iniziali e per la simbolica valenza dell’anno in corso, si tratta di un qualcosa di eccezionale.

Dita incrociate. Il primo playout della storia dell’ippocampo fu disputato nel 1925 dalla compagine allora in maglia neroceleste e denominata Salernitanaudax, vista la fusione verificatasi due anni prima con l’altro sodalizio cittadino. Era il 24 maggio e l’ultimo posto nel girone campano di Prima Divisione comportò lo spareggio per non retrocedere contro la vincente del girone di Seconda Divisione, lo Stabia: successo per 3-1 all’andata, pareggio al ritorno (1-1) e salvezza sulla carta raggiunta. Tuttavia, in estate il club si sciolse e rinunciò al campionato seguente che avrebbe comportato la novità dei gironi interregionali, dando vita a un biennio di stasi (con altri club come Libertas e FBC Campania a tenere vivo il nome della città nel mondo del calcio).

Prima ancora, ben 99 anni fa, alla prima stagione ufficiale del sodalizio nato il 19 giugno 1919, c’era stato il primo doppio spareggio. Ma all’epoca, si parlava di salto in avanti, con 180′ che valsero la prima promozione della storia, anche se a tavolino: finì 5-0 per il Brasiliano Napoli il match d’andata il 18 aprile 1920, con la Salernitana in nove uomini a causa di due infortuni (non erano consentite sostituzioni), ma brava a imporsi al ritorno con lo stesso risultato sette giorni dopo. Supplementari e rigori? No, non erano contemplati. Fu fissata la “bella” su un campo neutro, ma il Brasiliano non si presentò, rimediando una sconfitta a tavolino. La Salernitana ottenne il pass per il campionato di Prima Categoria, all’epoca il massimo livello nazionale diviso in 23 gironi regionali.

Nel 1931, la prima amarezza in 180′ di campo. La Salernitana sfidò il Cagliari con l’obiettivo di andare per la prima volta in B, dopo aver vinto il proprio girone di Prima Divisione, ma pareggiò in casa contro i sardi 1-1 e perse in trasferta (2-1) al ritorno. Seguirono anni senza spareggi, ben sessanta. Poi, nel 1991, arrivò Marulla a Pescara in campo neutro e gara secca, premiando il Cosenza. Stessa modalità, ma per (ri)salire in B, nel 1994 al San Paolo con l’esaltante 3-1 alla Juve Stabia, arrivando fino alla finale playoff di Prima Divisione Lega Pro contro il Verona: quel ritorno, giocato il 19 giugno 2011 e vinto con beffa grazie al rigore trasformato da Carrus, inutile in virtù del 2-0 con cui l’Hellas aveva vinto l’andata in casa, resta di diritto nelle pagine più amare della storia granata. Che ha poi conosciuto doppi confronti più agevoli, come quello dei playout di Serie B del 2016, 4 e 8 giugno: la Salernitana di Menichini espugnò il Biondi di Lanciano con un perentorio 1-4, facendo propria anche la sfida di ritorno all’Arechi (1-0) davanti a 25mila persone. La comune guida tecnica impone fiducia. Salernitana, puoi farcela.

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