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Caso playout, Gravina attacca: “Irresponsabile gettare benzina sul fuoco, qualcuno cerca alibi”

Gabriele Gravina replica al fiume di polemiche e lamentele provenienti da Salerno, dopo le vicissitudini che hanno portato la Salernitana a giocare i playout dopo oltre un mese dalla fine del campionato. La battaglia a colpi di carte bollate andrà avanti e adesso anche quella con dichiarazioni che rimbalzano sui giornali.

Nei giorni scorsi ha parlato Danilo Iervolino esprimendo con durezza la propria posizione, ora lo fa il presidente federale sulle colonne del Mattino: “Il playout andava giocato. La Salernitana ha fatto pervenire una sola richiesta, puntando a sfruttare la situazione contingente rivendicando il diritto insostenibile di una B a 21 squadre non consentita dalle norme. Sono amareggiato per quanto accaduto quest’anno in una realtà così importante per il calcio italiano, anche perché ho avuto l’impressione che qualcuno abbia voluto costruire un alibi per il mancato raggiungimento dell’obiettivo di una salvezza serena, che era peraltro nelle sue possibilità, provando ad incolpare altri soggetti. È irresponsabile gettare benzina su una situazione di per sé già incandescente, le scene viste all’Arechi non sono degne della gloriosa storia dell’ippocampo”. Accuse neanche troppo velate di Gravina al patron granata, che solo due anni fa lo invitava a Rivisondoli per un evento in piazza con Gianni Petrucci, Paulo Sousa e Francesco Fimmanó.

Gelo tra Figc e Salernitana. Gravina insiste e si riferisce al tanto tempo aspettato tra le violazioni del Brescia e la effettiva punizione. Colpa della CoViSoc? Il numero uno della Figc non ci sta: “Non è la CoViSoc che certifica la legittimità dei crediti d’imposta. Lo fa l’Agenzia delle Entrate e, come in tutti gli altri casi, quanto dichiarato dal Brescia è stato prontamente segnalato nel mese di febbraio, in un momento del campionato dove tutto era ancora in gioco e non era prevedibile la classifica finale. La risposta dell’organo statale preposto al controllo è arrivata a maggio inoltrato, non è colpa della CoViSoc né del sistema calcio. Non si poteva agire in altro modo di come deciso dalla Lega B, a tutela dell’integrità del campionato e dell’equa competizione. I controlli sono stati molto efficienti,  la reazione federale in tempi record. Purtroppo abbiamo assistito a mesi di disinformazione, con il risultato di screditare gli organi federali per obblighi e responsabilità non loro”.

 

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