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Caso Brescia, una società irpina avrebbe truffato il presidente Cellino

A scatenare la baraonda che ha travolto la Serie B negli ultimi giorni è stata una transizione del Brescia verso una società di basso capitale creata sette mesi fa. Si tratta del Gruppo Alfieri Spv, costituito a ottobre del 2024 con sede a Milano in via Montenapoleone, che ha come amministratore unico un giovane venticinquenne originario di Atripalda, in provincia di Avellino. La società, denunciata dal presidente delle Rondinelle Massimo Cellino, secondo Il Mattino avrebbe offerto i medesimi servizi al Trapani, squadra militante in Serie C, che nelle ultime ore ha dichiarato tramite un comunicato stampa di essere anch’essa vittima del medesimo gruppo che avrebbe compensato illecitamente i crediti d’imposta del club lombardo.

La vicenda

Il Brescia avrebbe acquistato dal suddetto gruppo crediti per convertirli in liquidità. Una pratica perfettamente legale, se esercitata con rigore. La società di Cellino lo avrebbe fatto perché, dopo aver pagato gli stipendi ai tesserati nei mesi di novembre, dicembre e gennaio, si sarebbe trovata a corto di denaro liquido per saldare i contribuiti Inps e Irpef per un totale di un milione e 439mila euro. Per non incappare in nessun illecito, dunque, i lombardi si sono affidati a una società terza. Soltanto qualche mese più tardi l’Agenzia delle Entrate si sarebbe resa conto che i crediti d’imposta utilizzati dalla Leonessa non erano esistenti. In pratica, il club avrebbe pagato soltanto il netto dei mesi citati, senza compensare il lordo. Secondo il presidente Cellino, l’errore sarebbe del Gruppo Alfieri, che non avrebbe versato la somma all’Agenzia delle Entrate. La palla ora passa alla giustizia sportiva e a quella penale. Nel primo caso non si andrà per le lunghe, perché già nella giornata di domani ci sarà un’audizione del presidente del club lombardo presso la procura federale. Nel caso della giustizia penale, invece, ci vorrà più tempo, vista anche la probabile attivazione di indagini finanziarie sul gruppo irpino e sul passaggio di soldi avvenuto.

Come riportato anche da La Gazzetta dello Sport, allo stesso gruppo si sarebbe rivolto il Trapani, che ha comprato crediti per un totale di 700mila euro utilizzati per le scadenze di febbraio e aprile, e proprio come il Brescia anche la squadra siciliana sarà deferita e quindi penalizzata. A differenza del campionato cadetto, però, il -4 inflitto al Trapani non avrà conseguenze sulla classifica del Girone C di Lega Pro. Negli ultimi anni, però, le due società citate non sarebbero state le uniche ad affidarsi a questo gruppo, convinte di agire nel rispetto delle regole. Anche Taranto e Reggina, infatti, avrebbero acquistato questi crediti d’imposta e in entrambi i casi le due società, in complicate situazioni finanziarie, sono poi fallite e scomparse dai professionisti.

 

 

FOTO BRESCIA CALCIO

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