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Casasola salernitano d’adozione: “Curva Sud come quella del Boca. Un mio difetto? Essere sanguigno”

Alla sua terza stagione con la maglia granata, Tiago Casasola si sente già un salernitano d’adozione. L’esterno italo-argentino dopo una annata trascorsa in ombra alla Lazio è tornato a Salerno e ora ha voglia di scrivere pagine importanti con l’ippocampo sul petto. “È difficile dire no quando ti chiedono di tornare a casa” ha detto il cursore ex Alessandria in una lunga intervista realizzata da Eugenio Marotta sulle colonne de Il Mattino. Una intervista nella quale Casasola si è soffermato in primis sulla battuta d’arresto di Ferrara: “Si è trattato di un episodio isolato: abbiamo sbagliato approccio alla gara, al di la della forza della Spal. Non vogliamo più ripetere questo tipo di partite”.

Una sconfitta che ha interrotto una striscia positiva che ha contraddistinto l’inizio di stagione: “Ci alleniamo tutti i giorni per affrontare tutte le gare al massimo e finora abbiamo disputato partite importanti grazie ad un’ottima condizione fisica. Questo è frutto di un ottimo ritiro fatto a Sarnano. Naturalmente siamo soltanto all’alba del campionato e c’è ancora tanto da migliorare e da sudare, ma siamo sulla buona strada”.

Casasola è sicuro del fatto che quella di quest’anno sarà una stagione diversa da quella iniziata con Colantuono in panchina: “Sono stati momenti diversi: quest’anno siamo partiti bene perché ci siamo preparati a fare un anno importante. Dei reduci di quella squadra oggi vedo un gruppo di veterani, uno spogliatoio fatto di uomini che sanno quello che vogliono. Salerno merita giocatori importanti e squadre importanti. Consociamo la piazza da qualche anno e questo ci può aiutare. Il nostro obiettivo è dare una bella soddisfazione alla città e a tutti i tifosi”.

 A proposito di obiettivi: “Non so dove arriverà la Salernitana, ma so che ce la metterà tutta per arrivare fino alla fine. La squadra è buona, ci sono giocatori forti ed è guidata da un allenatore di grande esperienza. Gli ingredienti ci sono tutti per fare più che bene. Proveremo a vincere tutte le partite e chiudere il campionato il più in alto possibile in classifica. Le somme si tirano alla fine. Noi abbiamo voglia di fare un campionato importante”.

Sulla collocazione tattica: “Mi trovo bene in quella posizione e sono comunque pronto a dare una mano sempre e ovunque. Con Castori poi è tutto più facile perché ti fa sentire bene soprattutto a livello umano. È un allenatore capace di trasmettere voglia di fare e di crescere. Siamo una rosa di buon livello per la categoria. Se mi chiede dei singoli dico che un giocatore importante è Mantovani che mi ha molto sorpreso per come è tornato in campo dopo tanto tempo. E poi c’è André Anderson che ha veramente numeri di categoria superiore”.

Le squadre da battere: “La B è sempre imprevedibile, sono tutte avversarie difficili. Sulla carta è chiaro che le tre retrocesse sono le più forti. Occhio anche al Chievo. La vittoria che abbiamo ottenuto contro i clivensi al Bentegodi è stata importante perché ci ha dato tanta fiducia nei nostri mezzi”.

Impossibile non parlare della frizione tra piazza e proprietà: “Non ci riguarda, noi proviamo ad isolarci. Personalmente spero sia una cosa momentanea: mi auguro che queste divergenze possano passare. Magari con l’aiuto dei risultati che naturalmente dovremo mantenere. Il rapporto tra tifosi e squadra, invece, è sempre stato più che buono. Soprattutto nei momenti difficili. Penso alla gara playout di andata con il Venezia: l’Arechi era pieno. Quello che ci manca è il calore della sud. A me quella curva ricorda tanto quella del Boca Junior”.

Casasola torna anche sulla divergenza avuta con i tifosi granata dopo quella partita persa all’Arechi col Cosenza: “Nel bene e nel male sono molto sanguigno. Ho sbagliato ed ho chiesto scusa e chiedo ancora scusa. La mia reazione dopo quella sconfitta non è stata giusta e me la sono presa con una persona in particolare. Mi scuso, mi sono pentito e vergognato del mio gesto e non ho problemi a dirlo. Ma dico anche che mi sono molto identificato in questa piazza. Basti pensare che 10 giorni dopo l’improvvisa e tragica scomparsa di mio padre ero in campo per mantenere la categoria con la Salernitana. Questo per far capire quanto tengo a questa maglia. Sarò sempre grato a questi colori perché Salerno mi ha fatto diventare giocatore”.

Lo scorso anno Casasola lasciò la Salernitana dopo pochi giorni di ritiro: “Non c’è stato nessun litigio con Ventura. C’è stato un confronto diretto e abbiamo deciso che la cosa migliore per tutti era il mio ritorno alla Lazio. Poi purtroppo non ho avuto spazio a Roma. Ma è stata una scelta condivisa. Con il senno del poi è una scelta che non rifarei. Per un calciatore rimanere ai margini è una cosa molto difficile. Per fortuna sono una persona forte a livello caratteriale e sono riuscito a tenere botta, allenandomi al massimo per poi andare a Cosenza dove mi sono ritrovato e per questo sento di ringraziare la società e il direttore Trinchera che hanno avuto fiducia in me nonostante sei mesi di lontananza dal calcio giocato”.

Quest’estate proprio il Cosenza ha provato a soffiare Casasola alla Salernitana: “Mi sento salernitano. È difficile dire no quando ti chiedono di tornare a casa”.

Sul rapporto con la Lazio: “Credo che chiunque viene qui sa bene cosa significa e quanta importanza abbia la maglia granata per Salerno. Diventi praticamente salernitano. Intendiamoci, porto rispetto per la Lazio e direi una bugia se dicessi che non mi piacerebbe andare a giocare in massima serie. In questo momento però non ci penso neppure alla Lazio. La mia testa è qui. A Salerno”.

Sugli spalti vuoti a causa dell’emergenza Coronavirus: “È un calcio diverso. Soprattutto noi che a Salerno siamo abituati bene. Spero che i nostri tifosi possano ritornare al più presto su quei gradoni. Per noi quella curva è un’arma in più che adesso ci manca terribilmente”.

Un passaggio sulla vicenda di Salernitana-Reggiana: “Credo sia giusto ci diano la partita vinta. Con tutto il rispetto per la Reggiana noi eravamo pronti per giocare e ci siamo presentati sul campo. Vediamo cosa decide il Giudice Sportivo, ma credo e spero che la sentenza sorrida alla Salernitana”.

Per Casasola il migliore allenatore avuto è Castori “e non lo dico perché è quello attuale. Mi ha sorpreso come tecnico: ci troviamo tutti benissimo. Parliamo di un mister che è il più esperto o tra i più esperti in B, è nel calcio da una vita, gli piace allenare e ci sta dando davvero tanto. Noi siamo consapevoli della nostra forza, ma Castori e il suo staff sono l’arma in più della Salernitana”.

Infine un pregio e un difetto e la risposta a chi gli dice che sbaglia troppi cross: “Cerco sempre di dare il massimo, di sudare la maglia e di dare tutto per la divisa che indosso. Il difetto è quello di essere sanguigno che spesso mi porta a commettere degli errori proprio perché ho la testa calda. I cross sbagliati? Hanno ragione, bisogna che mi alleni per migliorare. Ne ho sbagliato uno con la Reggina ed è finito in porta: se proprio li devo sbagliare speriamo di sbagliarne sempre così”.

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