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Caos Spezia, nei guai il presidente e l’Ad: “Violavano norme immigrazione clandestina”

Fulmine a ciel sereno in casa Spezia. Il sodalizio ligure è finito al centro di un’indagine che riguarda il proprio settore giovanile e l’immigrazione clandestina con 15 denunciati in tutto e la misura cautelare interdittiva per un anno nei confronti dell’amministratore delegato, Luigi Micheli, e del presidente dello Spezia, Stefano Chisoli. Il giudice per le indagini preliminari del Tribunale e la Squadra Mobile della Spezia applicato tale misura, accusando i vertici del club ligure di violazioni sistematiche delle disposizioni in materia di immigrazione clandestina. Assieme ad altre tredici persone rischiano dai 5 ai 15 anni di reclusione. La Questura spezzina ha diffuso una nota sull’argomento: “Il complesso dell’attività investigativa ha messo in luce l’esistenza di un vero e proprio “sistema” finalizzato a far giungere e poi permanere in Italia giovani promettenti atleti minorenni, di nazionalità nigeriana, selezionati nella scuola calcio di Abuja. La volontà dei vertici della dirigenza della squadra professionistica spezzina e di aggirare prima la normativa in materia di immigrazione e, successivamente, quelle sportive, mediante un tesseramento fittizio presso squadre dilettantistiche in attesa del compimento della maggiore eta’ dell’atleta selezionato, in vista del successivo tesseramento nella compagine professionistica dello Spezia Calcio e con il fine ultimo di ricavare importanti plusvalenze, anche milionarie, con la cessione dei calciatori ad importanti clubs professionistici, come riscontrato nel corso delle indagini”.

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