Connect with us

News

Cannella promuove Ventura: “L’uomo giusto per Salerno. Aveva anche un’offerta dalla Francia”

Si è aperta ufficialmente domenica l’avventura di Gian Piero Ventura sulla panchina della Salernitana. L’ex commissario tecnico è stato ufficializzato e in questa settimana inizierà il suo lavoro per riportare il granata più in alto possibile. Ventura cerca riscatto dopo il fallimento Mondiale e un’esperienza da dimenticare al Chievo, ma nel corso della sua carriera sono stati nettamente di più i successi. Alcuni con Giuseppe Cannella come direttore sportivo, a Cagliari e Verona. “Chi è Ventura? Un martello, un allenatore meticoloso, Ventura sarà un valore aggiunto per la Salernitana in serie B”, ha detto Cannella al quotidiano il Mattino. Aggiungendo: “Ventura è un amico, un allenatore che stimo dal 1989 e che ho tante volte inseguito: lui era a Giarre, io a Licata. Ai tempi del Cagliari, avevo un grandissimo rapporto con Cellino e quando gli isolani persero lo spareggio contro il Piacenza ci separammo da Mazzone e prendemmo Ventura, che nel frattempo aveva fatto il doppio salto con il Lecce. Fu una favola durata cinque anni”.

Tutti conoscono il credo tattico di Ventura, il modulo può variare ma davanti si gioca con due punte: “Il suo calcio è offensivo, riempie l’area e porta tanti uomini in avanti. Non a caso, con lui segnano tanto i centrocampisti e gli attaccanti si svegliano. Immobile e Cerci gli devono tutto: li ha trasformati in cecchini, ai tempi del Torino. Se un attaccante non si sblocca, lui va in pressing asfissiante, organizza sedute di lavoro individuale. Ricordo Dario Silva e le sue iniziali difficoltà a Cagliari. Muzzi da giovane era un’ala. Dopo la cura Ventura, tutti e due segnarono gol a raffica. Il mister è uno che prende il telefono e chiama. Se deve rivitalizzare e quindi rivalutare Calaiò, lo fa sentire importante e lo motiva. Se c’è, faccio un esempio, un problemino Schiavi, non aspetta che faccia la società: telefona e ne parla, perché i calciatori sono materia sua, quindi tutto ciò che incide sulla vita dello spogliatoio gli appartiene. Lasciate stare l’età: lui è un 70enne con l’entusiasmo di un ragazzino, sa coinvolgere e trascinare. Poi ci vogliono i piedi buoni, tanti”. 

Finalmente il matrimonio tra Ventura e la Salernitana si è fatto, dopo che le strade si stavano già incrociando nel 2005: “Eravamo nell’azienda di Aliberti ad attendere il via libera, Ventura era venuto anche a Salerno e si era accordato per un robusto ingaggio. Avevamo cominciato a parlare di giocatori e io avevo fatto il suo nome ad Aliberti, perché volevo aria nuova dopo l’esperienza di Zeman: il boemo voleva cambiare tutto e tutti, compresi i grossi calibri, ad esempio Giacomino Tedesco. Ne parlammo a lungo con Aliberti, il quale avocò a sé la facoltà di andare a risolvere la pratica con Zeman, a San Gregorio Magno. Riunione infinita, tante sigarette, poi Zeman disse che era rimasto per portare la Salernitana in serie A. Invece andò diversamente, finì malissimo”. 

Per poter lavorare al meglio, però, Ventura ha bisogno di mercato. E soprattutto di calciatori funzionali al suo credo: ”
Si farà prendere i giocatori: allena quelli che ha se gli stanno bene, se non gli stanno bene parlerà chiaro e presenterà la lista. Esperienza ma non solo: se intravede prospettive e cromosomi del vincente in un perfetto sconosciuto, chiama il direttore sportivo e chiede di sondare. Esempi: si fece prendere Macellari e Cavezzi, senza colpo ferire. Poi disse che la difesa aveva bisogno di ritocchi e intervenne con Zanoncelli. Se è venuto a Salerno, è perché ci crede. Aveva pure un’offerta in Francia, la stava valutando. Sostituisce Menichini che ha salvato la Salernitana e aveva la clausola: tutti sanno che nel calcio moderno le clausole si mettono anche per incentivare e motivare il professionista in quel momento. Insomma non sono una verità assoluta, consacrata. Ventura da commissario tecnico non è stato fortunato: si è anche confrontato con un momento non positivo del calcio italiano. Con il Chievo ha tentato di rimettersi subito in carreggiata ma avrebbe meritato di più, come con l’Hellas, quando lo chiamai per rilevare Ficcadenti ma non riuscimmo a fare l’impresa di salvarci. Però Ventura era e resta un maestro di calcio e darà tanto lavoro a Fabiani, che sicuramente saprà fare tesoro delle difficoltà e affronterà tutto con la serenità che forse quest’anno gli è mancata. Fabiani è un uomo di fiducia della proprietà: se gli è stata rinnovata, nonostante i risultati di quest’anno siano stati minimi, vuol dire che la valutazione non è solo legata all’ambito sportivo. Sarà, però, un anno importante per tutti: la Salernitana non deve steccare”.

Dì la tua!

Pubblicando il commento, dichiario di aver letto accuratamente il regolamento e di accettarlo per intero, assumendomi la piena responsabilità di ciò che scrivo. Presto il mio consenso al trattamento dei dati personali, ai sensi del d.lgs. N. 196/2003. La mia identificazione, in caso di violazione delle regole e di eventuali responsabilità civili e penali, avverrà tramite indirizzo IP e non tramite nick o indirizzo email sottoscritto.

La tua opinione conta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.





Advertisement

Seguici su Facebook

Advertisement

Altre news in News