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Bronn, da esubero a titolare inamovibile: il centrale tunisino punto fermo della difesa granata

Il percorso di Dylan Bronn in maglia granata è stato tutt’altro che lineare e privo di alti e bassi. Un primo anno – quasi interamente – da protagonista (24 presenze) in Serie A, poi la cessione temporanea al Servette nel gennaio 2024 per ritrovare continuità (a Salerno aveva giocato appena 4 partite in cinque mesi), la retrocessione e un ritorno in Serie B che sembrava più figlio di una necessità numerica che di una reale scelta tecnica. In estate l’ex Metz è stato vicino a rescindere il contratto, ma in ritiro si è guadagnato la riconferma. Martusciello lo ha utilizzato tanto, mentre con Colantuono è stato penalizzato da un problema muscolare nel mese di dicembre, saltando le partite con Brescia, Frosinone e Catanzaro. Il tunisino è stato sostituito da Ruggeri che, poi con l’arrivo di Breda, ha giocato dal 1′ contro Sassuolo, Reggiana e Pisa. Bronn ha però pazientato e ha ritrovato spazio, continuità e, soprattutto, una maglia da titolare, avendo dalla sua, rispetto all’ex Lazio, grande esperienza.

Da subentrante a titolare inamovibile, sotto la guida di Roberto Breda, Dylan Bronn sembra aver scalato nuovamente le gerarchie. Assieme a Ferrari e Lochoshvili è, ormai dalla vittoria casalinga contro la Cremonese del 2 febbraio, sempre presente negli 11 titolari per tutti – o quasi – i novanta minuti di gioco. Contro il Frosinone è andato vicino al gol vittoria nei minuti finali (trovando sulla sua strada un grande intervento di Cerofolini), segno di una ritrovata presenza anche mentale nelle situazioni decisive. I tre gol incassati contro la Carrarese confermano che il reparto arretrato ha ancora diverse fragilità, ma il percorso di Bronn rimane significativo: da possibile partente a titolare fisso.

“Solo i deboli abbandonano”, ha scritto su Instagram dopo il pareggio casalingo contro il Frosinone. Bronn ha pazientato e ora, nel momento più importante e difficile della stagione, spera di poter fare ancora la differenza.

 

 

A cura di Gianluca Comentale

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