Il netto successo sul Sassuolo è anche merito suo. Erik Botheim, arrivato in Campania in estate da svincolato, è tornato titolare sabato all’Arechi: Paulo Sousa l’ha schierato come seconda punta nel 4-3-2-1 con Candreva alle spalle di Dia, preferito a Piatek. Il tecnico lusitano ha concesso minutaggio a tutti i suoi uomini, ma l’attaccante scandinavo amico di Haaland non è riuscito a imporsi in questa stagione. Mira a un finale in crescendo, la società di Iervolino ha investito a inizio stagione e ci si augura trovi la continuità giusta.
A margine della semifinale di Coppa di Norvegia fra Lillestrøm e Bodø-Glimt, abbiamo incontrato l’allenatore che l’ha lanciato, Kjetil Knutsen, ancora oggi sulla panchina dei gialloneri provenienti dall’estremo nord della Scandinavia.“Nel Bodø ha giocato sempre come prima punta nel mio 4-3-3”: secondo Knutsen è questo il ruolo naturale della punta cresciuta al Lyn di Oslo (oggi anche azionista e co-proprietario del suo primo club con quartier generale a Kringsjå).
Botheim alla sua prima partita all’Arechi, in Coppa Italia contro il Parma (foto Francesco Pecoraro)
Alla ribalta al Bodø
Nel club norvegese, vincitore due volte della Eliteserien, la punta di Oslo ha militato nella prima parte del torneo 2021/22 (la stessa stagione della schiacciante vittoria sulla Roma in Conference) e ha realizzato ben 22 centri in 46 presenze. Kjetil ammette di non seguirlo più dopo il suo discusso passaggio al Krasnodar, ma “lo conosco bene come uomo. È bravo e può dimostrare qualità solo se gioca ogni partita e se non viene schierato spesso dal 1′ non è una situazione piacevole per lui e per la sua crescita. Ma questo fa parte del calcio professionistico”. Difatti Botheim non ha trovato molto spazio ad inizio stagione. Un solo centro per lui a fine agosto, quando all’Arechi faceva visita la Samp. Sembrava il preludio all’esplosione anche nel campionato nostrano, salvo poi collezionare solo quattro presenze dal 1′.
Dal 2017 Knutsen allena a Bodø, nel nord della Norvegia, cittadina alle porte del circolo polare artico. Prima da vice per una stagione, poi promosso alle redini della squadra che ha portato fino in Conference League. Quella con Botheim fu la migliore stagione dei suoi gialloneri: “In quella stagione abbiamo vinto il campionato norvegese e siamo arrivati fino ai quarti di finale di Conference League contro la Roma. Fu sorprendente sia per il club che per Botheim e in questo c’è un motivo: una squadra come la nostra ha a maggior ragione necessità di un bravo attaccante che segni molto, come fatto da Botheim in quel campionato”.
Gli esordi
“Fin da piccolo è stato riconosciuto in Norvegia come grande talento e con ottimi margini di crescita”, ci racconta Knutsen. “Ha fatto passi in avanti, poi è andato al Rosenborg e lì non ha sfondato, perché spesso era lasciato in panchina. Dopo c’è stato il trasferimento allo Stabaek dove ha giocato per una sola stagione senza segnare. Ma Bodø era la piazza perfetta per lui, il modo con cui giocavamo a calcio in quella stagione e il club stesso si adattavamo molto alle sue caratteristiche e alla sua situazione. Quella sarebbe stata la sua ultima possibilità per affermarsi a grandi livelli e fare il salto nel calcio che conta“. Un’annata magica, sottolinea l’allenatore norvegese, con la punta oggi granata al centro del progetto: “Botheim era molto importante per noi e per il nostro calcio, erano importanti i movimenti che faceva in area e quella annata è stata molto soddisfacente per noi”.
Vicissitudini russe
Il Krasnodar aveva acquistato Erik Botheim a gennaio 2022 per 8,7 milioni, poi la punta di Oslo ha operato una rescissione per giusta causa dopo lo scoppio della guerra in Ucraina (leggi qui per approfondire). Dopo il tesseramento a Salerno, dove è arrivato da svincolato in estate, pochi mesi fa il Bodø si è rivolto alla Fifa per invocare il pagamento delle spettanze che il Krasnodar avrebbe dovuto completare ad agosto scorso ed invece sono rimaste in sospeso. “Non lo seguo più da quando è passato al Krasnodar, in Russia. Per diversi motivi non ci siamo sentiti quando ha concluso la sua stagione a Bodø, poi è andato aSalerno“, ha ammesso il suo ex allenatore. Intanto, a febbraio la Camera di Risoluzione delle Controversie della Fifa ha rigettato il reclamo presentato dal Krasnodar contro il contratto firmato da Erik Botheim con il sodalizio di Danilo Iervolino.
Nazionale
Botheim è anche centravanti della selezione under 21 della Norvegia, con la quale disputerà i prossimi campionati europei a giugno in Romania e Georgia. Gli scandinavi sono nello stesso girone dell’Italia di Pirola e Lovato, che li affronteranno il 28 giugno alla Cluj Arena di Cluj-Napoca. Ma secondo Knutsen “per arrivare pronto agli Europei è importante che l’allenatore lo schieri in campo più spesso”. L’ex allenatore di Botheim è convinto nel suo salto in nazionale maggiore accanto al suo amico Haaland: “Oggi in Nazionale può giocare molto, anche in proiezione futura di rientrare nella selezione maggiore”. A Salerno l’ex Lyn può contare su un altro norvegese, Emil Bohinen. “È importante per un calciatore giocare con compagni che conosce e di cui capisce la lingua”, ci ha detto Knutsen. Ma non è tutto, però: “Per giocare a livelli professionistici in Europa devi essere all’altezza come giocatore e questa è l’unica strada per affermarsi”.
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