Emanuele Calaiò, Alessandro Rosina e Milan Djuric hanno una cosa in comune. Tutti e tre hanno giocato con Erjon Bogdani, ex attaccante albanese che ha vestito la maglia della Salernitana nella stagione 2003/2004: “Calaiò ce l’ho, Rosina ce l’ho, Djuric pure, con Breda ho giocato e Gregucci mi manca – Ha confidato l’ex centravanti al collega Pasquale Tallarino sulle colonne de Il Mattino – Anzi, mi manca da allenatore ma non da avversario: gli portammo carbone nel giorno della Befana, nel 2005, nel mio primo ritorno da rivale allo stadio Arechi. Vincemmo con il Verona 1-2, in rimonta, dopo il gol di Palladino”.
Bogdani è un doppio ex della sfida in programma sabato tra Livorno e Salernitana: “Una partita senza appello, molto delicata, che può dare ossigeno alla Salernitana o costringerla a rivedere i propri programmi e le scelte. Vale più di un derby. Il pubblico scarseggia e protesta ma la classifica è molto corta e non mancano molti punti dalla zona playoff. Adesso è tutto nei piedi dei calciatori. Dipenderà da loro: per scalare posizioni occorrono almeno due-tre vittorie. É scontato, però, che la prossima dovrà maturare a Livorno, è un obbligo. É un campo caldo pure Livorno e lo dico da vecchio giocatore amaranto: arrivai in Toscana all’ultimo secondo del mercato, proveniente dal Chievo Verona. Provammo a salvarci in serie A ma non ci riuscimmo. A Livorno è ritornato un pizzico di serenità, che non vedo a Salerno, complici i risultati negativi. Serva la svolta, la vittoria. Se non arriverà, la Salernitana perderà l’ennesimo treno e dovrà interrogarsi. Se – peggio ancora – dovesse arrivare una sconfitta, la società potrebbe prendere decisioni nei confronti di Gregucci ma non è giusto. Parlo da allenatore: non può essere che un tecnico di calcio, quando le cose non vanno bene, sia il capro espiatorio. Non credo che sbaglino solo gli allenatori, perché in campo vanno i giocatori e le squadre le costruiscono le società. Se la Salernitana c’è, deve battere un colpo adesso, a Livorno”.
Sulla panchina dei labronici, il grande ex Roberto Breda: “Siamo stati compagni di squadra in granata. Breda è una persona equilibrata ma anche determinata. Sta risollevando le sorti del Livorno, la sua impronta si vede: la Salernitana si troverà di fronte un’avversaria con il sangue agli occhi, che in casa ha costruito il fortino negli ultimi tempi, perché ha vinto tre gare di fila, come il Lecce e come il Benevento che ha battuto”. Dall’altro lato Gregucci segue i progressi fisici di Calaiò e Rosina: “Hanno giocato insieme, si conoscono e credo che adesso possano essere molto d’aiuto. E’ un momento particolare, i giocatori d’esperienza possono venir fuori. Eravamo insieme a Siena: per due stagioni con Calaiò, nella seconda si unì Rosina. Ricordo il primo anno in Toscana, allenati da Sannino e concluso con la salvezza. Calaiò raggiunse il record di gol in serie A, sognavamo la finale di Coppa Italia ma ci fermò il Napoli. Poi arrivò l’infortunio di Calaiò che si ruppe il perone sinistro. Giocavamo contro il Cesena, si fece male dopo essersi procurato un calcio di rigore. Mentre io realizzavo il terzo gol in tre partite, lui piangeva e fu bruttissimo. Insieme a Rosina provammo a salvare il Siena anche l’anno successivo: cominciamo con Cosmi, finimmo con Iachini ma non riuscimmo ad evitare la retrocessione”. Infine un pensiero su Djuric: “Non è stato mai un bomber ma qualche gol lo ha fatto. Quando io giocavo a Cesena, lui era un ragazzotto. Poi ha fatto esperienza, sia in Italia che in Europa. Era arrivato con altri presupposti, non so cosa gli sia accaduto”.
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