La Salernitana e Morgan De Sanctis proseguiranno insieme l’avventura anche l’anno prossimo. Il direttore sportivo granata è legato alla società da un contratto fino al 2025 che prevede una clausola con diritto di recesso al termine di ogni stagione che il club potrebbe esercitare. Non è questo ovviamente il caso: la proprietà è soddisfatta dell’operato del giovane manager che è già al lavoro per la costruzione della squadra che verrà e non solo. Di concerto ovviamente con le idee di Paulo Sousa: non c’è ancora l’ufficialità della conferma del portoghese ma tutto lascia presagire un rinnovo del matrimonio.
Le operazioni
La scorsa estate il diesse ha portato a titolo definitivo a Salerno 8 nuovi giocatori: i difensori Bronn, Lovato, Daniliuc, Sambia e Bradaric, il centrocampista Maggiore, gli attaccanti Valencia e Botheim per un totale di 18 milioni sborsati (senza contare Lovato che è arrivato nel pacchetto cessione di Ederson). A loro vanno aggiunti gli arrivi in prestito oneroso con diritto di riscatto dei vari Dia, Pirola, Vilhena e Piatek; prestito con obbligo di riscatto invece per Candreva. Per quest’ultimo l’obbligo è scattato con le 20 presenze collezionate e la salvezza praticamente acquisita. La Salernitana dovrà versare alla Sampdoria 500mila euro. Infine, le acquisizioni di vecchie conoscenze come Bonazzoli (5 milioni), caldeggiato da patron Iervolino, e Kastanos. Operazioni piuttosto laboriose sono state condotte nello sfoltimento della rosa che a luglio scorso contava tantissimi giocatori fuori dal progetto e non funzionali ai piani di un club di Serie A.
L’operato di De Sanctis, che ha pagato iniziali frizioni con l’allenatore Nicola, è proseguito a gennaio con gli ingaggi a parametro zero di Ochoa ed in prestito con diritto di riscatto di Nicolussi Caviglia, Troost-Ekong e Crnigoj. La Salernitana si ritrova con una salvezza dietro l’angolo, possibili plusvalenze da maturare con i nuovi innesti (Dia se sarà riscattato a 12 milioni e poi rivenduto) ma anche con qualche elemento che fa gola sul mercato ed è arrivato con precedenti gestioni (Lassana Coulibaly con Fabiani, Mazzocchi con Sabatini). Bisognerà lavorare per evitare di cedere alle tentazioni del mercato ed eventualmente riscattare i calciatori più interessanti in prospettiva come Pirola.
I rendimenti
Il lavoro complessivo di Morgan De Sanctis, alla lunga, ha convinto anche gli scettici nonostante alcuni elementi abbiano fatto inizialmente fatica a carburare. L’anno prossimo, sulla base di quanto costruito in questa stagione e con le correzioni portate in corsa, la proprietà si aspetta di alzare l’asticella. Dipenderà molto dal budget e, nello stesso tempo, dalla comprovata capacità dell’ex portiere di scovare elementi talentuosi e giovani, probabilmente all’estero. Alcune operazioni si sono rivelate, rendimento dei calciatori alla mano, deludenti: detto di Bonazzoli che rappresenta un discorso a parte anche affettivo della proprietà stessa, legato alle bellissime cose fatte l’anno scorso poi non confermate quest’anno, su tutte l’acquisizione di Valencia non ha sortito gli effetti sperati. Il cileno non ha mai giocato titolare.
Non pienamente sufficienti anche Botheim e Sambia che si sono riscattati nella seconda parte di stagione, entrambi crescendo tantissimo dopo la sosta per il Mondiale. Il rendimento a intermittenza soprattutto di Vilhena, Lovato, Bronn e Piatek può considerarsi fisiologico ed il contributo dei quattro, a vario titolo, alla salvezza è tangibile. Di gran lunga emergono gli aspetti positivi su quelli negativi. Il difensore azzurrino è quello con potenziale ancora inespresso ed ampi margini di miglioramento, il tunisino forse quello che è calato di più nel finale, poco utilizzato da Sousa. Bradaric ha pagato inizialmente l’infortunio sul finire del ritiro austriaco ma poi ha messo il turbo. Superfluo spendere ancora parole d’elogio su Dia e Candreva. Che dire, poi, dell’intuizione Ochoa gratis a gennaio? Infine, Maggiore. Lo spezzino ha fatto bene all’inizio, poi è stato sfortunatissimo con i problemi fisici. A giocatori come lui andranno date forza e centralità.
Un “direttore 5.0”
Insomma, De Sanctis è promosso alla sua prima, vera annata da diesse “titolare”, dopo gli inizi alla Roma nello staff di Pinto. La sua principale innovazione è stata l’informatizzazione del calciomercato e dei suoi obiettivi. “Scherzando ma non troppo io dico che Morgan è un direttore sportivo 5.0″, ha recentemente affermato l’ad Maurizio Milan in un seminario all’Università di Salerno in cui, fra le altre cose, ha presentato anche l’implementazione dello scouting granata e i sistemi di mappatura di profili di potenziali obiettivi di mercato in tutto il mondo. Una manciata di osservatori spesso in giro per l’Italia e il mondo (Giulio Migliaccio e Simone Lo Schiavo hanno macinato chilometri e visionato dal vivo numerosi giocatori). Tutto lo scouting si sta amalgamando e interagisce con la direzione sportiva. Per ogni profilo la Salernitana effettua una sorta di “due diligence” su tre livelli: la valutazione tecnico-sportiva e finanziaria, la valutazione dell’interesse comparando i dati del giocatore anche con terzi e infine, una volta acquisito il suo cartellino, la terza variante con la valutazione del calciatore in base alle partite che può giocare e al rendimento atteso, età, condizione, prospettive, splittando tutto in base alla durata del contratto. Sostanzialmente, la Salernitana arriva ad avere un focus sui propri calciatori monitorando di mese in mese la valutazione grazie ai parametri e ai numeri realizzati.
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