La Salernitana conquista un punto meritato a Crotone e fa il suo ingresso in zona play off. Gara dai due volti, con gli uomini di Colantuono abili a gestire serenamente il match per un’ora abbondante di gioco, prima di essere assaliti dal braccino del tennista, abbassarsi troppo e facilitare la rimonta dei padroni di casa. Settanta minuti in cui la squadra ha registrato significativi miglioramenti in fase difensiva, mentre in fase di possesso la manovra continua ad essere prevedibile e si affida esclusivamente a qualche scorribanda per vie esterne dopo aver sottratto palla agli avversari. Siamo ancora distanti dalla perfezione decantata da Colantuono al termine del match, ma sul piano tattico e temperamentale la squadra sta assorbendo la carica e la cura del dettaglio trasmessi dal tecnico laziale. Un pizzico di rammarico resta per i due punti smarriti a pochi metri dal traguardo, ma Mantovani e compagni non hanno saputo fronteggiare nel modo giusto il finale veemente dei padroni di casa, andando spesso in apnea ed evitando ulteriori problemi solo grazie al cronometro che aveva ormai compiuto i canonici novanta giri.
Il tecnico granata ha curato nei dettagli la fase difensiva, distribuendo compiti precisi in marcatura ai suoi uomini. Mantovani segue ad uomo Stoian, Odjer è sulle tracce di Molina, Casasola aggredisce immediatamente Martella. Sul fronte mancino, invece, il copione è meno rigoroso, con Mazzarani e Vitale che si alternano in uscita sulla sovrapposizione di Faraoni. Se ad intralciare l’ex laterale dell’Udinese è Mazzarani, Vitale resta basso e con Gigliotti prende in cura Rohden e Firenze, a seconda della posizione assunta dai due calciatori rossoblù. Altrimenti, Vitale aggredisce alto, Mazzarani tiene d’occhio Rohden, mentre Gigliotti è chiamato a chiudere la verticalizzazione su Firenze. Infine, Jallow e Bocalon si alternano nell’impedire a Barberis ed ai due centrali pitagorici di sviluppare il gioco dal basso. Di Tacchio, davanti alla difesa, ha il delicato compito di tappare i buchi prodotti dalle marcature saltate. Migliorini e compagni sono concentrati ed aggressivi, rischiando solo su un paio di ripartenze causate da errati disimpegni (Micai, Di Tacchio e Bocalon) e sulle quali risulta provvidenziale l’ex centrale irpino. Oppure quando, sul finire della prima frazione, la pigrizia dei due attaccanti consente a Barberis di sfondare centralmente e guadagnare un corner, sugli sviluppi del quale Sampirisi spreca una ghiotta opportunità impattando male il pallone con la fronte.
Di Tacchio e compagni si compattano nella propria metà campo, dove esercitano pressione in marcatura al fine di rubare palla e ripartire razionalmente. La squadra infatti, una volta conquistato il pallone, non è frenetica nella ricerca della verticalizzazione, badando soprattutto a distendersi in avanti con una fitta rete di tocchi finalizzata a trovare agibilità sulle corsie esterne, dove Casasola e Vitale sono sempre reattivi nel dettare il passaggio. Centralmente si fa più fatica, perché i centrocampisti non hanno il passo (Mazzarani e Di Tacchio) o la qualità (Odjer) per attaccare lo spazio, mentre Jallow spesso trattiene palla, agevolando le chiusure difensive dei padroni di casa oppure rendendosi protagonista di tiri velleitari.
Il Crotone da densità a centrocampo ma non aggredisce particolarmente. Di Tacchio ne approfitta e attiva spesso Vitale coi suoi precisi cambi gioco. Tema tattico che consente ai granata di arrivare spesso al cross ed ottenere numerosi calci d’angolo a favore. Palle inattive che, supportate dal vento, mettono sovente in apprensione la retroguardia della squadra di Stroppa. Di palle gol nitide, però, se ne conta soltanto una, con Bocalon che mette troppa forza nel tocco di testa a pochi passi da Cordaz.
Al netto di qualche leziosismo nel palleggio, i granata controllano serenamente il gioco, preferendo la manovra orizzontale allo strappo verticale. Il tasso agonistico degli ospiti, decisamente superiore a quello espresso dal Crotone, porta dalla propria parte l’episodio. Come testimonia il corner dal quale scaturisce l’ottima sponda di Migliorini che attiva l’opportunismo di Bocalon. L’ex attaccante del Venezia è lesto nel controllo orientato con il piede destro e nella semigirata di sinistro che non lascia scampo all’esperto Cordaz. Incassato il gol, i pitagorici sbandano paurosamente, ma Jallow e compagni sono macchinosi nelle ripartenze e poco cinici e precisi nell’ultimo passaggio. Assenza di concretezza che, come vedremo, rischierà di essere pagata salatamente nella fase finale della contesa.
I padroni di casa comprendono che per scardinare il bunker difensivo granata è importante dar vita ad una manovra più rapida e verticale; unico modo per creare delle crepe in un assetto difensivo costretto ad essere tempestivo nello scalare posizioni e marcature. I singoli, in questa fase, fanno la differenza con le loro puntuali chiusure (Vitale e due volte Gigliotti)
Confortato del prezioso golletto di vantaggio, l’ex trainer atalantino, temendo la qualità tecnica dei padroni di casa, abbandona le marcature ad uomo a tutto campo e chiede ai suoi uomini di fare densità e difendersi appostandosi ordinatamente ai propri trenta metri con un 5-3-2 di presidio. C’è Castiglia per Odjer, infortunato. Forte è il timore che il talentuoso centrocampo calabrese possa eludere il pressing granata ed attaccare la porta di Micai a palla scoperta o in superiorità numerica. Pertanto, intenta a custodire i fondamentali tre punti, la Salernitana si schiera compatta dietro la linea della palla. I padroni di casa hanno ormai poco da difendere e schierano una torre offensiva in più, sperando di raccogliere i frutti di una manovra finalizzata a spingere con continuità sulle corsie laterali. Faraoni e Crociata a destra e Martella e Firenze a sinistra hanno il compito di scavallare lateralmente e rifornire il doppio ariete di casa (Simy e Budimir).
Il Crotone abbandona ogni tatticismo difensivo, portando addirittura otto uomini (2-4-4) ad attaccare l’area di rigore granata. Atteggiamento tattico che la Salernitana potrebbe sfruttare per realizzare il gol del raddoppio e chiudere la contesa, ma Djuric e Jallow sono lenti e macchinosi nell’azione di rimessa capitata sui loro piedi. A partire da questo istante, la gara degli ospiti diventa una sorta di calvario calcistico. La Salernitana, infatti, abbassa notevolmente il suo baricentro, con gli attaccanti poco collaborativi sulle seconde palle e nella copertura degli spazi all’interno della propria metà campo. Il Crotone anticipa gli avanti di Colantuono e affonda con continuità lungo le corsie laterali. I frutti di questa pressione sono due nitide occasioni da rete. La prima, nata da sinistra, registra la rete annullata a Budimir che è al di là dei difensori granata. La seconda, sviluppatasi a destra, si conclude con un cross che attraversa la difesa ospite schierata male e finisce sulla testa del solitario Budimir, il quale colpisce di testa ma trova la solita respinta miracolosa di Micai. L’ingresso di Bellomo, che sostituisce Jallow, consente ai campani di gestire qualche pallone in più in mezzo al campo, ma la squadra resta passiva e concede metri sugli esterni ed al giro palla pitagorico (Faraoni calcia indisturbato dalla media distanza ma trova la presa volante del portierone granata). Ed alla fine, dopo un assedio senza soluzione di continuità, il Crotone sfrutta la nuova incursione a sinistra di Martella per servire il pallone del pari sulla testa di Simy. Non esenti da colpe Mantovani, che sbaglia il tempo dell’elevazione, e lo stesso Micai che avrebbe potuto fare qualcosa in più sulla zuccata del centravanti africano. Gli ultimi minuti, caratterizzati dal forcing impetuoso dei calciatori rossoblu e da una Salernitana in difficoltà sul piano fisico (Mazzarani in campo per onor di firma), sono una vera sofferenza per i seicento supporters granata presenti sugli spalti dello Scida. Però Mantovani e compagni ritrovano la solidità e la tempestività d’intervento palesate nella prima frazione di gioco, rendendosi protagonisti di anticipi e chiusure che smorzano gli ultimi tentativi offensivi di Budimir e compagni.
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