Alessandro Rossi è uno dei tanti ex di Lazio-Salernitana. L’attaccante ha fatto parte della flotta di biancocelesti mandati in prestito in granata nell’era Lotizo-Mezzaroma tra il 2010 e il 2021. Tre gol in ventisette presenze lo score dell’attaccante che ha vestito granata nella stagione 2017/18, dopo essere cresciuto nel settore giovanile biancoceleste: “Domenica giochiamo in trasferta a Latina alle 14.30. Nel tragitto di ritorno guarderò un po’ di partita sul tablet. Certamente mi trasmetterà tanta nostalgia – afferma Rossi ai nostri microfoni – La Lazio è in un gran momento di forma e sta facendo bene fronte all’assenza di Immobile che è, a mio parere, la punta più forte del campionato. La squadra di Sarri ha un modo di giocare rodato, quindi anche i sostituti fanno bene, poi ci sono Milinkovic-Savic e Anderson che sono due fenomeni. In porta Provedel sta giocando benissimo, sono contento per lui che è stato mio compagno di squadra alla Juve Stabia. Spero che la Lazio resti in alto e torni in Champions. La Salernitana è una squadra tosta da affrontare, ha grande compattezza. Se riuscirà a non prendere gol, potrebbe anche fare risultato all’Olimpico”.
La punta dice anche la sua sulla Salernitana, in particolare sul reparto offensivo: “La Salernitana ha realizzato una vera e propria impresa con la salvezza dello scorso anno. Non mi aspettavo potesse ripartire così bene. Il campionato è lungo e difficile e i granata devono pensare prima a salvarsi, senza montarsi la testa. Il reparto offensivo è molto completo. Conosco bene Federico (Bonazzoli, nda) perché ci ho giocato in Nazionale. È bravo sia a concludere ma anche a fare l’ultimo passaggio, sa legare bene i reparti. Piatek è un gran finalizzatore, Dia ha velocità e rapidità e Botheim ha forza fisica, può migliorare tanto. Ribéry è un idolo, un peccato che abbia smeso. Grandissimo giocatore ma soprattutto grandissima persona”.
Salerno nel cuore
Inevitabile un passaggio anche sulla sua parentesi granata e il legame rimasto intatto con la piazza: “A Salerno sono rimasto molto legato, ho uno dei miei migliori amici che lavora lì. Quando nella scorsa stagione c’erano i problemi societari seguivo da lontano le vicende. Sentivo spesso questo mio amico e percepivo la preoccupazione della piazza. Ero sicuro che però la Salernitana non sarebbe scomparsa. Per fortuna Iervolino ha deciso di fare l’investimento. L’esperienza lì mi ha fatto crescere molto, è una delle città in cui rigiocherei. Con mister Bollini andavo molto d’accordo, iniziai bene, giocavo tanto. Poi l’allenatore fu esonerato, poco dopo mi feci male io e iniziammo ad avere problemi. Con qualcosa in più in avanti saremmo potuti andare ai playoff. Con Colantuono non mi trovavo benissimo, sentivo meno fiducia. Fu anche colpa mia perché ero ragazzo e dovevo maturare. A Salerno sono passati tanti giocatori forti della Lazio, due su tutti Strakosha e Luiz Felipe. Purtroppo non hanno sentito la fiducia. Per giocare a Salerno serve personalità e carisma, è una piazza calcistica che, indipendentemente se giochi o no, ti migliora e ti fa crescere. Lotito può essere certamente criticato per i modi ma raggiunge sempre grandi risultati. Si è visto con la Salernitana e si sta vedendo con la Lazio”.
Il vecchio amico Menico
Rossi veste ora la maglia del Monterosi, in Serie C, allenato dall’ex granata Leonardo Menichini, protagonista di due storiche salvezze con il cavalluccio: “Il mister è una persona che ti dà tantissimo a livello umano. Mi ha aiutato in un momento in cui mi stavo allontanando dal calcio, mi ha convinto a scegliere il Monterosi – conclude l’attaccante – Siamo una bella realtà, pensiamo a giocare a divertirci. Qualche volta ricordiamo quei playout del 2019, io ero al Venezia. Ci fu una situazione assurda, fummo richiamati a giocare dopo che eravamo andati in vacanza. Il mister mi ringrazia perché ricorda una mia azione. Saltai Valerio (Mantovani, nda) e Migliorini, ma invece di calciare in porta, la misi in mezzo. Mi prende ancora in giro”.
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