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A Vianema parla Gigi Genovese: “Breda è la scelta giusta. Sarà dura e c’è bisogno dell’unione del gruppo”

Il secondo ospite del podcast Vianema è l’ex portiere della Salernitana (dal 1992 al 1995) Gigi Genovese. L’ex estremo difensore granata, con un passato come preparatore dei portieri all’ippocampo, ha parlato della sua esperienza con la maglia della Bersagliera e dei ragazzi di mister Breda.

Sul suo rapporto con la città: “Salerno è stata la mia fortuna e la mia ricchezza professionale, ma anche umana. Iniziata nel 1992, ma forse anche prima perché mi sono sposata con mia moglie 4 anni prima ed il suo cognome è Granata. La città è stata molto importante e sono stato fortunato nell’aver vissuto gli anni 90′ sul campo e fuori. Tanti ricordi ed emozioni”.

Riguardo l’esperienza da preparatore dei portieri: “Ci sono stati molti periodi felici, ma anche riscontri negativi come nel 2005 quando fallì la società e nessuno se l’aspettava. In campionato eravamo in una situazione tranquilla, ma c’era un debito con l’erario che salvò molte squadre con debiti più ampi. Nel 2010 facevo il secondo di mister Breda dove Roberto insieme a Nicola Salerno fu bravissimo a tenere il gruppo fino alla fine e perdemmo immeritatamente lo spareggio con l’Hellas Verona. Parliamo di una rosa che non prendeva uno stipendio da ottobre. Anche il 2019 fu un’annata particolare con il playout contro il Venezia: gli ultimi due mesi dormì poco. Quella squadra doveva lottare per i playoff, ma dopo la sconfitta a La Spezia è stato come se la squadra avesse mollato. Quando succedono queste cose diventa difficile e captai le difficoltà: menomale che ci salvammo a Venezia essendo l’anno del centenario”.

Sul tecnico dell’ippocampo: “Penso che la scelta di Breda sia stata quella giusta. L’ho avuto come compagno, giocatore ed allenatore. Conosce l’ambiente ed è anche competente nella categoria: sono ormai 10 anni che fa la Serie B. La società si è messa subito a porre rimedi con nuovi acquisti che aiuteranno insieme a Roberto. Sarà dura e c’è bisogno dell’unione del gruppo. La scorsa settimana ho sentito il podcast e penso che la proprietà sia fondamentale per la Salernitana. Tutte le parti devono essere uniti per arrivare agli obiettivi. Mi ha fatto piacere che sia tornato Iervolino insieme alla vittoria, seppur con una sofferenza. Il risultato era importante ed anche meritato”.

Riguardo lo spareggio a Bergamo nel 1995 e gli anni successivi da allenatore: “30 anni fa scesi in campo per l’ultima volta da portiere della Salernitana a Bergamo dove ci trovammo a giocare per la Serie A. Perdemmo, ma al ritorno la settimana dopo i tifosi organizzarono una festa a Piazza della Concordia. Il gruppo di ragazzi e Delio fecero così bene che la piazza capì che avevano dato tutto riconoscendolo anche nella sconfitta. Dopo cominciai anche ad allenare insieme a Delio Rossi. Nel 1997 fui chiamato dal mister per tornare a Salerno in piena notte e tornai nella stagione dove vincemmo il campionato e tornammo in Serie A”.

Parole anche sulla provincia granata e sulla funzione dei ritiri: “Mi ricordo che andavamo a fare le amichevoli nella provincia di Salerno e molti giovedì a Sapri. Trovavamo un grande entusiasmo con gente che conosceva tutti ed era veramente appagante dopo un tragitto difficile e lungo. Prima i ritiri si facevano per socializzare, ma adesso i ragazzi spesso e volentieri in camera restano col telefono. Bisogna cercare l’unione in altre maniere perché un gruppo che lotta insieme si vede anche dall’amicizie”.

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