Sport come felicità, inclusione, passione e i suoi sani valori, “andando avanti anche se qualcuno commette ingiustizie”. Questa mattina Gennaro Tutino, attaccante della Salernitana, ha partecipato a un incontro in videoconferenza con gli alunni dell’Istituto Comprensivo “Alfonso Gatto” di Battipaglia, nell’ambito del progetto sport e legalità. Quarantacinque minuti di botta e risposta con i giovani studenti sulla piattaforma web che ha collegato le classi – in presenza – con il bomber granata, non senza difficoltà per i docenti che hanno trattenuto a fatica l’entusiasmo di ognuno.
Si comincia dal campo, dalle emozioni della promozione. “Il gol più bello non lo so quale possa essere stato, ma quello più importante è il rigore contro il Pordenone. Ero consapevole della ‘pesantezza’ del pallone, sapevo che era importante ma sono andato sul dischetto convinto di poter segnare e poi è andata come sappiamo tutti. Per un attaccante segnare è la cosa più bella, vivi per quel momento”, ha esordito il giocatore, che ha risposto candidamente a tanti quesiti. Della serie, quando vieni sostituito ingiustamente cosa provi? “Ingiustamente è un parolone, c’è un mister che decide e da fuori con l’esperienza sa quando è giusto toglierti. Quest’anno mi è capitato di essere sostituito e mi sono arrabbiato perché la tensione era alta e la partita era importante, sbagliando non sono riuscito a trattenere i miei sentimenti. – ha confessato Tutino – Quando vieni sostituito, invece, devi stare tranquillo e caricare il compagno che prende il tuo posto e cercare di incitare gli altri anche dalla panchina. Giocare nel Napoli? Non ho mai avuto la possibilità di farlo in prima squadra, è il club della mia città e per cui ho fatto il tifo sin da bambino, ma ora sono felice di essere alla Salernitana, sono stato benissimo, la mia famiglia è contenta e come ho già detto vorrei rimanere a Salerno. sappiamo che ci sono cose burocratiche da risolvere, c’è il cambio di società. Sistemata questa cosa si parlerà del mio futuro: il direttore mi ha detto che vorrebbe trattenermi, c’è da mettersi d’accordo col Napoli, ma sono cose che faranno anche con i miei procuratori che sanno la mia volontà qual è. Andrò in vacanza e ci penseranno i miei agenti”.
Giovani giornalisti in erba e tante curiosità per il 25enne attaccante. Ora quale obiettivo? “Per la Salernitana sarà la salvezza, personalmente spero di fare bene e cercare di confermarmi, facendo quello che ho fatto quest’anno anche in A. Affronteremo le grandi squadre affronteremo credendoci sempre fino al 96′ e combattere sempre anche se i valori saranno diversi, mai partendo sconfitti. Verranno qui a giocare tante squadre importanti, anche a livello culturale ed economico sarà un salto per la città. Forse ancora non ci siamo resi conto di quel che abbiamo fatto, anche perché a causa del Covid non abbiamo potuto festeggiare come noi e tutta la città avrebbe voluto. Siamo orgogliosi di aver regalato uno spiraglio di luce in un momento difficile per tutti. La Serie A è un patrimonio per ogni squadra e ogni città, ancora di più al sud”.“. C’è chi gli ha chiesto un pensiero sulla Juventus: “Una grande squadra che non mi sta simpatica, però ha fatto una grande cosa vincendo per nove anni consecutivi. Ma stava diventando un po’ pesante, fa piacere aver cambiato un po’ e che lo Scudetto sia passato nelle mani di un’altra squadra“, ha aggiunto Tutino, ospitato dall’istituto battipagliese del dirigente scolastico Lea Celano, con il contributo della professoressa Luana Lanciano e la disponibilità della società granata con i dirigenti Fabiani, Avallone e Lambiase. Ai ragazzi collegati con lui, Tutino ha ricordato che “ci sono molti valori positivi nello sport. Ci sarà sempre lo ‘scemo’ di turno che vorrà dare esempi sbagliati, ma questo esiste da sempre. Chi crede nei veri valori deve cercare di perseverare: noi professionisti dobbiamo dare il giusto esempio e chi ci guarda deve avere comportamenti corretti. La scuola è fondamentale per tutti, non solo per uno sportivo, nel percorso di crescita passi quasi più tempo lì che con la famiglia. I docenti sono parte decisiva, subito dopo i genitori”.
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