La Salernitana ha dovuto fare i conti con l’ulteriore respingimento del ricorso contro la decisione della Lega B di spostare i playout e di comunicare gli spareggi salvezza senza le compagini che ne avrebbero fatto parte. Questa volta è stata la Corte Federale d’Appello a pubblicare le motivazioni del “No” ai granata ed a smontare le tesi dell’ippocampo. All’interno del punto 9 si legge che “l’art. 27, comma 1, dello statuto della LNPB attribuisce al Consiglio direttivo la formazione dei calendari delle competizioni ufficiali, salva l’approvazione dell’Assemblea. Il comma 2, ultimo periodo, dello stesso art. 27 – che il comunicato ufficiale n. 211 espressamente richiama in premessa – dà al Presidente di Lega la facoltà di “disporre, sia d’ufficio sia a seguito di richiesta di uno o di entrambe le società interessate, la variazione di data, dell’ora dell’inizio e del campo delle singole gare”. Secondo il primo periodo del comma 2, “[n]on è ammesso reclamo da parte delle società sulla formazione dei calendari, nonché sulla data o sull’ora d’inizio delle gare”.
Piccola soddisfazione legale per la Salernitana. La CFA non ha ritenuto inammissibile il ricorso della Bersagliera, ma ha parlato solamente di decisione corretta della Lega B. Infatti, i legali del campionato cadetto sostenevano l’idea per cui il comunicato con cui venivano calendarizzati i playout non poteva essere impugnabile dalla Salernitana poiché inteso come atto di formazione dei calendari. Per la Corte Federale D’Appello non è equiparabile il comunicato di Bedin alla formazione dei calendari: la Salernitana poteva ed ha ricorso contro la decisione di Bedin. La Corte ha però confermato la decisione della Lega B poiché il TAR nel 2019 aveva ordinato di far disputare i playout, per questo Bedin ha salvato la regolarità del campionato facendo giocare gli spareggi salvezza.
Riguardo la sospensione del playout con il Frosinone, il CAP ha comunicato che “con i comunicati ufficiali di cui si controverte, ha inteso tutelare il preminente interesse alla regolarità del campionato. Se così non avesse fatto, i play-out per avventura svolti sarebbero stati a fortissimo rischio di inutilità e si sarebbero originate aspettative alla permanenza nel campionato di serie B potenzialmente destinate a essere frustrate, con evidente impatto sulla regolarità dei tornei e prevedibile accendersi di un complesso contenzioso. D’altronde, i play-out devono tenersi fra le squadre individuate in base all’assetto della classifica finale del campionato, con incidenza dei provvedimenti disciplinari adottati dagli organi della giustizia sportiva, e non di quella determinata dai soli risultati di gioco (Coll. gar. sport, Sez. cons., parere n. 3/2019)”.
Nota anche sulla questione Brescia: “Infine, quanto alla lesione dei propri interessi che la Salernitana diffusamente lamenta (pagg. 12 – 21 del reclamo) – si legge nella nota -, basti osservare che questa è in buona parte generica, indimostrata o irrilevante, è comune a tutte e quattro le società interessate dai playout e, infine, è dipesa dalle violazioni contestate al Brescia, accertate in giudizio, e alle conseguenze che ne sono derivate circa la classifica finale del campionato, e non dai provvedimenti impugnati in questa sede”.