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Sestu crede in Calaiò: “Può essere ancora decisivo. Vedere l’Arechi vuoto è uno scempio”

Sabato 30 marzo la Salernitana torna in campo allo Stadio Arechi per affrontare in un’autentica sfida salvezza il Venezia di Serse Cosmi. In campo sarà battaglia, sugli spalti silenzio: i tifosi hanno deciso di disertare per contestare la società granata dopo l’ennesima stagione fallimentare. Giocare a Via Allende senza pubblico sarà sicuramente complicato per i calciatori di Gregucci, anche perché “vedere l’Arechi vuoto è uno scempio”. Alessio Sestu sa cosa significa giocare nel silenzio perché durante la sua esperienza in granata, nella stagione 2006/2007, alcune partite furono giocate a porte chiuse. E “giocare senza pubblico è la cosa più brutta del mondo, anche perché l’Arechi pieno è uno spettacolo”.

Intervenuto ai microfoni di Radio Alfa, Sestu ha ricordato il suo campionato in granata e in particolare il gol con il Giulianova (“esultati tantissimo togliendomi la maglia, fu un gol da tre punti”) per poi analizzare l’attuale, disastroso, momento della squadra allenata da Gregucci: “Dispiace vedere la Salernitana così indietro perché l’organico non ha nulla da invidiare a nessuno. Ci sono ancora possibilità per ributtarsi nei playoff, la Salernitana è una squadra che può dar fastidio a tutti”.

A trascinare i granata ci devono pensare due ex compagni di Sestu, entrambi ai tempi del Siena seppur in annate diverse: “Calaiò è un giocatore che fa la differenza, se servito in area sono pochi come lui. Si fa sempre trovare pronto, è un giocatore importante. Non è mai facile l’impatto arrivando a gennaio, c’è bisogno che si incastrino situazioni. Inoltre è difficile ambientarsi velocemente in una piazza e in nuovo gruppo. Lui ha grande esperienza e può in qualsiasi momento far gol: è quello che gli auguro. È un valore aggiunto in questo finale di campionato. Su Rosina, invece, il discorso è un altro. Salerno è una piazza complicata, può dare tantissimo e farti rendere cento volte di più. È normale che può anche toglierti qualcosa se vivi un momento no. C’è tanta pressione a Salerno. Rosina ha giocato in A tanti anni e ha qualità per uscirne fuori, a un calciatore come lui si chiede per forza qualcosa in più ma ha le qualità per uscire dalla situazione negative”.

Leader tecnici in campo, Calaiò e Rosina devono anche assumersi qualche responsabilità in più fuori dal terreno di gioco: “Per essere leader non bisogna per forza alzare la voce, l’esempio si dà in allenamento: uno come Calaiò che lavora a testa bassa a 37 anni è un esempio importante per il resto della squadra”.  

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