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Quattro anni di B, Salernitana regina della mediocrità: i numeri condannano la società granata

La sconfitta con il Pescara è stata la goccia che ha fatto traboccare un vaso già pieno fino all’orlo di amarezza e delusioni. Il campionato della Salernitana non è finito all’ultima giornata, ma gli spareggi da disputare non sono quelli che la tifoseria granata ha chiesto a gran voce dopo tre anni di B di galleggiamento senza ambizioni. La squadra di Menichini è costretta a giocare i playout per salvare la faccia prima della stagione e la Serie C è clamorosamente a un passo. E per quanto visto sul campo, soprattutto nel 2019, sarebbe anche il giusto epilogo per un campionato disastroso condotto in primis dalla società e dalla dirigenza.

La Salernitana è tornata in Serie B nel 2015 e in quattro anni non è mai riuscita a disputare un campionato di alta classifica. Ma neppure di medio alta. Pochissime soddisfazioni, tantissime delusioni, ogni anno rischio di retrocedere più che di salire in A. E la consapevolezza che non è sempre colpa di chi scende in campo. Lotito e Mezzaroma hanno sempre promesso di “alzare l’asticella” per poi trincerarsi o dietro il silenzio o dietro frasi di circostanza che lasciano il tempo che trovano. Il direttore sportivo Fabiani, invece, non è mai riuscito in sede di mercato a costruire una squadra competitiva, sbagliando anche quando si trattava di correre ai ripari nella finestra di gennaio. In questi quattro anni di B sono passati calciatori, allenatori, momenti e situazioni. La Salernitana non ha mai costruito basi solide per un progetto, né tantomeno è riuscita a creare una propria identità. E i deludenti risultati ottenuti sul campo sono lo specchio di quattro anni sconcertanti.

La Salernitana (playout con il Lanciano esclusi) ha giocato in quattro stagioni 162 partite. Solo 43 vittorie (una ogni quattro), 59 pareggi e addirittura 60 sconfitte. La media punti ottenuta è di 1.16 a gara, 118 punti in totale: sufficienti giusto giusto per salvarsi e neanche sempre. L’anno migliore è stato il secondo, con 13 vittorie e 54 punti. Decimo posto, il massimo che la Salernitana dei romani è riuscita a conquistare.

In queste quattro stagioni sono stati 184 i gol realizzati (1.13 a partita) e addirittura 221 quelli subiti (media di 1.36). L’anno scorso il miglior attacco con 51 reti, il primo anno la peggiore difesa con 62 gol subiti. Ma considerando che in questa stagione Micai ne ha presi 57 con 6 partite in meno in calendario, si potrebbe considerare questo appena concluso il torneo peggiore per la difesa del cavalluccio. Il miglior marcatore è stato naturalmente Massimo Coda con 31 reti (più due nei playout con il Lanciano), mentre negli ultimi due campionati il principe dei gol è stato Riccardo Bocalon (15 gol). Tutti numeri da squadra mediocre, tutti numeri di una società che punta più a procrastinare che a costruire un sogno. Tutti i numeri che condanno la Salernitana, per il quarto anno di fila, a ricercare disperatamente una salvezza che, almeno nell’anno del centenario, doveva essere garantita mesi e mesi fa.

1 Commento

1 Commento

  1. Franco

    13/05/2019 at 15:43

    Per favore non diciamo che la retrocessione ‘sarebbe anche il giusto epilogo per un campionato disastroso’…

    Non ricadiamo nella solita enfasi ‘salernocentrica’ per cui tutto ci è dovuto.

    Cerchiamo di stare, con umiltà, concentrati su questi playout per salvare la nostra storia.

    O c’è qualcuno che sotto sotto rema contro per far cadere definitivamente l’imperatore infischiandosene delle sorti della nostra squadra?

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