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Pagellone Pescara-Salernitana: Mazzarani, impatto negativo. Calaiò e Rosina entrano (tardi) e non incidono

MICAI 5. Non sicurissimo nelle uscite, prima abbozzate e poi non portate a compimento. Spesso si ritrova il pallone tra le mani più per demeriti degli avanti pescaresi che per intuizioni proprie. Incolpevole sul gol di Bettella, salva su Matteo Ciofani al 43′ della ripresa ma non serve a nulla.

CASASOLA 5,5. Dopo il ko contro il Cosenza aveva fatto adirare i tifosi davanti ai cancelli dell’Arechi, voltandosi dopo i duri insulti davanti ai cancelli. Prova a farsi perdonare. Fa cose buone e meno buone, alterna preziosi anticipi a qualche amnesia. Cerca di proporsi anche in avanti ma farfuglia. Rimedia un evitabile giallo ma salva il possibile raddoppio pescarese nel finale (che arriverà comunque con Ciofani).

MANTOVANI 5. Inizio frastornato, più di un errore in fase di disimpegno. La paura di sbagliare si percepisce. Mancuso cincischia in più di un’occasione e lo salva. Chiude in debito di ossigeno ed acciaccato.

MIGLIORINI 5,5. La difesa è sulle sue spalle ma scricchiola pericolosamente. Ogni pallone messo in area dalle fasce è un pericolo. Dormita collettiva sul gol di Bettella. Menichini lo avanza nel ruolo di centravanti negli ultimi minuti, senza sortire alcun effetto.

LOPEZ 5,5. Fa sentire subito i tacchetti a Marras ma non è lucidissimo negli appoggi e l’ex alessandrino gli dà filo da torcere, al pari di Balzano che da quelle parti viaggia spesso. Preciso, nelle diagonali.

DI TACCHIO 6. Capitano di giornata, rintuzza e cuce all’occorrenza. Ruolo dispendioso nel 4-2-3-1, prova a interpretarlo con esperienza e senso della posizione. Non basta. La squadra, soprattutto dopo lo svantaggio, accusa il colpo.

ODJER 6. Una delle poche “carte già conosciute” dal tecnico di Ponsacco, che lo aveva allenato in granata nel 2015/16. Ci mette tanta caparbietà, specialità della casa, ma poco più. Rischia su qualche intervento più irruento.

D. ANDERSON 5,5. L’ultima da titolare era datata 13 aprile, data anche dell’ultima vittoria (4-2 al Cittadella). Occasionissima al 30′, si inserisce benissimo in area ma la conclusione con la punta termina di poco fuori. Sembra più ispirato rispetto alle anonime precedenti prestazioni, recupera palloni e riparte discretamente ma si spegne negli attimi decisivi. (dal 36′ st ROSINA sv. Entra tardi, non si vede)

A.ANDERSON 5. Al personale pronti-via, Menichini lo getta nella mischia. L’ex Santos non giocava titolare dal 10 marzo e acusa la ruggine. Non riesce, tuttavia, ad incidere. Si impegna pure in fase di copertura, prima di essere sostituito. (dal 15′ st MAZZARANI 4,5. L’impatto sembra buono. Ruba qualche buon pallone e agevola un paio di ripartenze sciupate dai compagni. Ma è solo un’illusione. Perde ingenuamente in marcatura Scognamiglio in occasione del raddoppio abruzzese. Si era già spento da un po’)

JALLOW 5. Poca garanzia in fase difensiva, opaco in quella offensiva. L’unico lampo è un filtrante al bacio per Djavan (30′) che con la punta conclude clamorosamente fuori. Lopez avrebbe bisogno di un aiuto in più ma lui non risponde presente. Idem lì davanti: a inizio ripresa liscia clamorosamente un cioccolatino in area di Djavan, sbaglia molto ma l’impegno non manca. Chiude coi crampi.

DJURIC 5,5. Menico ne aveva già apprezzato ed esaltato le caratteristiche ai tempi di Crotone. Tante sponde preziose, prova a far valere la sua fisicità ed è suo il primo pericolo per la porta di Fiorillo al 12′. Quattro minuti più tardi, tenta la rovesciata (fuori misura). Si impegna ma è mal supportato soprattutto da Jallow. Spende tanto, Menichini lo tira fuori nel quarto d’ora finale. (dal 30′ st CALAIO’ 5. Entra con i fischi dei suoi ex tifosi, non fa molto per farsi rimpiangere. La difesa biancazzurra lo mette in offside).

ALL: MENICHINI 5,5. Cinque giorni di lavoro e subito in campo, rivolta la squadra tatticamente e propone un 4-2-3-1 che segna l’addio al difensivismo dei precedessori, pur con più di un occhio alla cosiddetta “castagna”. Segue la gara in piedi, applaude i suoi, prova a motivarli, vive la partita, tanto che il dirigente Bianchi deve intervenire più volte per riportarlo nell’area tecnica. Non poteva far molto in cinque giorni. Gioca la carta Mazzarani a inizio ripresa, lasciando in campo un Jallow disastroso. Tardivi gli inserimenti di Calaiò e Rosina ma la squadra accusa il colpo dopo lo svantaggio e non si riprende più. Dovrà giocarsela (ancora una volta) ai playout. E sperare nei tribunali.

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