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Neanche il deserto dell’Arechi sveglia la Salernitana: Djuric si sblocca ma col Venezia è solo 1-1

TABELLINO SALERNITANA-VENEZIA 1-1 

SALERNITANA (4-4-1-1): Micai; Pucino, Migliorini, Gigliotti, Lopez (1’ st Rosina); Casasola, Akpa Akpro, Di Tacchio, D.Anderson; Mazzarani (11’ st A.Anderson); Djuric. A disp: Vannucchi, Mantovani, Odjer, Vuletich, Minala, Memolla, Orlando. All. Angelo Gregucci

VENEZIA (3-5-1-1): Vicario; Modolo, Coppolaro, Cernuto; Lombardi, Segre, Bentivoglio(5’ st Schiavone), St Clair, Bruscagin (40’ st Garofalo); Di Mariano (28’ st Rossi); Bocalon. A disp: Lezzerini, Bertinato, Suciu, Pinato, Zennaro, Mazan, Zampano, Vrioni. All. Serse Cosmi

Arbitro: Fabio Piscopo di Imperia (Capaldo/Chiocchi). IV uomo: Daniele Rutella di Enna.

NOTE. Marcatori: 10’ pt  Bocalon (V), 35’ st Djuric (S); Ammoniti: Lopez, Di Tacchio, Gigliotti (S), Modolo, Di Mariano (V); Angoli: 5-1; Recupero: 2’ pt – 4’ st; Spettatori: 1912 di cui 153 da Venezia.

Non è ancora finita la crisi. La Salernitana non riesce a battere neanche il Venezia e rimedia un 1-1 che quantomeno tampona l’emorragia delle numerose sconfitte consecutive. Segna l’ex Bocalon nel primo tempo, pareggia un generoso Djuric nella ripresa. La partita si è giocata in un clima davvero atipico, tutti fuori a protestare contro la dirigenza e la società mentre sugli spalti sono appena in 2mila (molti biglietti omaggio). La Salernitana non riesce a rispondere sul campo alle due settimane difficili che ha vissuto la città di Salerno. E al triplice fischio la contestazione non si placa.

LA CRONACA. Senza tifo, con la paura della classifica, con la crisi da scacciare via. Gregucci sa che questa partita va vinta e allora decide di cambiare, proponendo un 4-4-1-1 solo apparentemente più offensivo. In campo infatti vanno tanti difensori e, come sempre, c’è poca qualità. L’unico giocatore di estro è Mazzarani che si piazza alle spalle di Djuric (squalificato Jallow e infortunato Calaiò) e prova a far girare il pallone che però, quando arriva tra i piedi dei compagni sicuramente meno nobili, si butta via. I primi dieci minuti sono lenti, la partita stenta a decollare anche perché il clima è davvero surreale. Il Venezia prova a prendere in mano la gara proponendo però una circolazione di palla molto lenta. Bentivoglio fa il regista davanti alla difesa, Segre e St Clair le mezze ali di incursione. Cosmi schiera un pratico e compatto 3-5-1-1 con Di Mariano a supportare il grande ex Bocalon. Gli arancioneroverdi non propongono un calcio certamente spumeggiante, però al 10’ alla prima occasione passano. In contropiede e grazie agli sconfortanti errori dei granata. Djuric non controlla un semplice pallone, Lombardi recupera a centrocampo e si fa tutta la fascia: Di Tacchio e Gigliotti vengono saltati come birilli, Lopez non si sa bene dove si trovasse. Il cross è preciso, Bocalon salta più in alto del più alto Migliorini, segna e poi non esulta.

La Salernitana cade subito nella paura, Gregucci esce finalmente dalla sua panchina e prova ad alzare la voce. Ma i granata fanno una fatica tremenda. Non c’è nessuno che si prenda la responsabilità di proporre idee, l’unica tattica a cui si affidano Di Tacchio e compagni è elementare: cercare di guadagnare una punizione negli ultimi 30 metri o un calcio d’angolo e poi buttare la palla dentro e sperare. Paradossalmente così i granata riescono a farsi vedere dalle parti di Vicario. Djuric ci prova due volte di testa, la seconda più rilevante: rimessa lunga di Lopez e girata ben respinta dal portiere lagunare. Anche Akpa e Di Tacchio cercano l’angolino in elevazione, mentre Mazzarani strozza la conclusione con il destro in girata. Troppo poco per impensierire la difesa del Venezia, prima della gara quintultimo in classifica. Lopez è disastroso e il Venezia lo capisce, cercando sempre di sfondare a destra. Lombardi fa quello che vuole, prima dell’intervallo l’ennesima sgroppata mette in porta St Clair che però spara su Micai.

Gregucci si ripresenta in campo con Rosina e il 3-4-2-1, poi entra subito anche André Anderson. Ma l’inerzia del match non cambia anche se il fantasista di Belvedere Marittimo dimostra che lasciarlo parcheggiato in panchina in questa squadra è un delitto. Djuric ci prova più volte ricevendo anche l’applauso dei 2mila tifosi che sono entrati, mentre Di Mariano al 25’ grazia la Salernitana provando un improbabile pallonetto al limite dell’area dopo aver trovato scoperta la difesa di Gregucci. E non è certo una notizia. Rosina ci prova da fuori (31’), poi tenta la conclusione anche Djavan Anderson (insufficiente la sua partita ma è comunque tra i migliori) sulla sponda di Djuric. Il bosniaco anche prima del pareggio non aveva fatto registrare la sua peggior partita stagionale nonostante l’errore che ha spianato la strada per il vantaggio lagunare. E probabilmente il gol è anche meritato per la generosità con cui ha giocato una partita dalle mille pressioni. Il migliore in campo Rosina (chissà perché con più a minuti a disposizione il 10 granata diventi decisivo) rientra sul mancino e trova il palo, Djuric è bravo e lesto a spingere in porta: è il 35’ e la Salernitana riesce a pareggiare. Qui una squadra determinata a vincere dovrebbe alzare il baricentro e provare ad affondare il colpo del ko. Invece Gregucci decide di non giocarsi l’ultimo cambio e la Salernitana si ferma, arrivando alla conclusione solo nel recupero: Vicario è straordinario su Di Tacchio e poi anche sulla ribattuta di Casasola firmando per il pareggio. Un risultato che muove la classifica che resta però sempre buia: il margine dai playout è ora di 5 punti, sufficienti per gestire un finale di stagione comunque desolante. Neanche la contestazione è riuscita a svegliare questa squadra.

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