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Mauri si candida: “Io ds? Sarei disponibile. Lotito vuole la A e ci arriverà”

Ex centrocampista di Lazio e Brescia, prossimo avversario della Salernitana, Stefano Mauri è intervenuto ai microfoni di Radio Alfa toccando vari argomenti del passato, presente e futuro. A partire dalla possibile carica di direttore sportivo dei granata: “Io sarei pronto e disponibile. Bisogna capire se Lotito si ricorda ancora del mio numero di telefono”.

Mauri ammette che in passato c’è stato un contatto, ma poi ha preferito una nuova avventura dopo l’addio alla Lazio: “Ho avuto modo di parlare anche con Fabiani, ma non ho fatto nulla di più di una semplice chiacchiera”.

Sull’attuale stagione vissuta dalla compagine granata: “Credo che sia stata una stagione particolare: almeno all’inizio si pensava che la Salernitana potesse raggiungere i play-off e chissà magari lottare, proprio in questo periodo, tra aprile e maggio per la promozione in Serie A tramite i play-off. E, invece, la squadra sta facendo fatica, ad eccezione di sabato, con i granata che sono ritornati alla vittoria”

Stefano Mauri conosce bene Claudio Lotito, suo ex presidente in biancoceleste: “Il presidente lo conosco da tantissimo tempo. Sono arrivato alla Lazio nel gennaio 2006 e ho vissuto undici anni della mia carriera a Roma. Sicuramente quello attuale è un momento particolare per lui: sia Lazio che Salernitana non stanno attraversando un gran periodo di forma; sta cercando di trarre il massimo da tutte le situazioni in cui si trova. Del resto, non dimentichiamo che acquistò la Lazio in un momento drammatico portando la formazione biancoceleste dallo spettro della retrocessione al far vincere, nel corso degli anni, tre Coppe d’Italia, Supercoppe e allestendo formazioni in grado di lottare per un posto in Champions: a volte non riuscendoci, in altre sì. Lo stesso sta facendo alla Salernitana: il presidente è una persona molto attenta ai conti. Ogni anno ci sono società che falliscono. Riesce sempre ad ottenere ciò che vuole e a raggiungere l’obiettivo che si prefigge. Sono convinto che vorrà portare la Salernitana in A: è vero, c’è il nodo multiproprietà, ma sono convinto che sarà un problema che si porrà quando porterà i granata in massima serie”.

Capitolo Brescia, con Cellino che ha dato segnale abbastanza preciso: “Ero a Brescia con la presidenza vecchia: si parlava di Cellino e di ciò che voleva fare una volta preso il Brescia. Aveva un progetto triennale per la A, ha creato una squadra molto buona per vincere il campionato e ci sta riuscendo: tuttavia, il torneo di B è molto lungo, ci sono formazioni che partono bene e si perdono a lungo andare, oppure si arriva con il fiato corto nel momento clou. Si deve arrivare alla fine per dare sentenze definitive”

Nella sua lunga esperienza alla corte della Lazio, Mauri ha conosciuto e giocato con un giovanissimo Minala: “Era in Primavera, spesso si allenava in prima squadra. Mi aveva fatto sin da subito una una buona impressione, aveva caratteristiche fisiche ben precise nonostante l’età molto giovane. Ha mostrato subito gran personalità. Ha fatto un po’ la spola tra i prestiti a Salerno e il ritorno alla Lazio. Ora è di nuovo lì da voi e sta facendo molto bene: deve ancora crescere in alcuni aspetti, specie comportamentali, ma ha tutte le qualità per imporsi e fare bene”.

Infine, chiosa finale sui tanti prestiti giunti negli anni sponda Lazio con alterne fortune: “Io credo che, al giorno d’oggi, ci sia una grossa differenza tra uscire dalla primavera e andare in prima squadra: non è un caso che molti giovani facciano fatica. In pochi si sono trovati a loro agio in questi anni alla Lazio. Mi vengono in mente tre nomi: Keità, Cataldi e Murgia. Per questo non penso che Salerno sia un declassamento, ma un percorso di crescita soprattutto per i più giovani. Chiaramente dipende dal carattere del calciatore: è normale che se hai fatto tanti anni di A, ci può stare anche di vedere Salerno come declassamento. Ma se sei un giovane, se sei un calciatore comprato dalla Lazio nelle serie minori, se non sei riuscito ad esprimerti ancora bene in Serie A, Salerno può essere una squadra utile per il percorso di crescita. Non dimentichiamo, inoltre, che Roma non è una piazza semplice. Giocare all’Olimpico è complicato per atleti esperti, figuratevi per chi è alle prime esperienze. Sinceramente in un percorso di crescita, preferirei sempre fare la gavetta e partire dal basso. Parlo della mia esperienza: sono arrivato in A a 22/23 anni, in passato ho preferito giocare di più in serie minori che fare poche presenze di pochi minuti in categorie superiori. E’ vero che se è un giocatore intelligente ruba movimenti e comportamenti di chi gli sta intorno; ma, per come la vedo io, il calciatore ha bisogno di giocare. Solo così si può davvero migliorare”.

*fonte foto: zimbio 

2 Commenti

2 Commenti

  1. Mansueto

    16/04/2019 at 08:31

    Basta laziali a Salerno!

  2. Mai satellite della lazio

    16/04/2019 at 12:06

    Siamo fottuti, non ce li toglieremo mai di torno signori miei, mi sto rassegnando…

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