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Laguna fatale, Micai non trattiene e Domizzi fa gol: la Salernitana cade a Venezia

Si ferma a sei la striscia di risultati utili consecutivi per la Salernitana di mister Colantuono. Ko a Venezia per Schiavi e soci, puniti forse oltremodo da un gol di Domizzi nel primo tempo – ben giocato – ma incapaci di reagire nella seconda frazione, decisamente più piatta e con poche idee.

Parte bene la Salernitana. Buon piglio, ottimo palleggio, possesso palla e pallino del gioco in mano per la formazione di Colantuono nei primi 20′: squadra compatta, nonostante i quattro cambi nell’undici titolare rispetto alla formazione spedita in campo col Livorno (Palumbo e Vitale in mediana, Schiavi in difesa e Djuric davanti). Scortata da oltre 700 tifosi, la squadra campana alza la voce al 12′ con la traversa colpita da Di Gennaro: una vera e propria palombella col mancino che si stampa sulla trasversale. Pochi minuti prima, lo stesso ex laziale aveva severamente impegnato Vicario. Il Venezia – che Zenga schiera (a sorpresa) con il 4-2-3-1 – prova a ripartire ma trova spesso le linee di passaggio chiuse. Falzerano, l’unico a creare grattacapi fino alla mezzora, quando si sveglia pure Di Mariano: Mantovani lo stende sulla trequarti sinistra, giallo e punizione battuta dallo stesso Di Mariano che trova Micai non perfetto nella trattenuta. Domizzi si avventa sul pallone e insacca l’1-0 (32′). La Salernitana accusa il colpo, mette sempre l’agonismo che aveva contraddistinto le fasi di gioco precedenti ma perde lucidità negli appoggi. I lagunari prendono coraggio, Falzerano (39′) fa la barba al palo destro di Micai dopo una bella azione personale. La risposta della Salernitana è tutta in un colpo di testa di Schiavi su punizione calciata da Di Gennaro al 44′, palla alta. Proprio il centrocampista scuola Milan si fa male e nell’intervallo lascia il posto a Odjer.

Ripresa con toni agonistici più elevati ma molte meno idee per la Salernitana. Il campo diventa progressivamente più gibboso e il Venezia si chiude, scendendo in campo probabilmente più consapevole dei propri mezzi, rinfrancato dal vantaggio. Diminuiscono, dunque, gli spazi per il cavalluccio marino. Zenga rinfresca l’attacco con Vrioni al posto di Litteri, Colantuono risponde al quarto d’ora con l’esordio di Andrè Anderson in luogo di Palumbo, passando così al 3-4-1-2. Djuric di testa debole (16′) su cross di Vitale, poi dopo sei minuti è ancora il bosniaco a incunearsi nella difesa veneta, liberandosi di Bruscagin e concludendo sul primo palo con Vicario abile a smanacciare. Il trainer veneto si copre passando al 4-3-2-1 con Segre in luogo di Citro. La gara diventa man mano più cattiva e la Salernitana perde lucidità. Voglioso e dinamico Andrè Anderson, che impegna Vicario dal limite. Non basta. Colantuono allora si gioca anche la carta Jallow (fuori Djavan Anderson) per una sorta di 3-3-4 che non produce, però, pericoli clamorosi sotto la curva sud arancioneroverde. Abulico, il gambiano. Eppure, sugli spalti c’era il suo agente Sorrentino, che segue anche Odjer. A 5′ dal termine, anzi, è il Venezia a sfiorare il raddoppio in contropiede con Segre: un rigore in movimento per lui con l’assistenza di Di Mariano, sfera incredibilmente alle stelle. Inconsistenti i tentativi di una pur volitiva Salernitana, arriva la seconda sconfitta in campionato per Schiavi e soci, comunque applauditi a fine gara dalla torcida granata. Di contro prosegue il magic moment di Zenga: quattro partite, due pareggi e altrettanti successi per far risalire il Venezia. Sabato all’Arechi i granata cercheranno il riscatto contro lo Spezia.

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