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De Canio realista: “Classifica rispecchia valore della Salernitana, questa B è senza qualità”

Le nazionali fermano il campionato e questa è una buona notizia per i granata. La Salernitana tampona momentaneamente l’emorragia in attesa di ritornare in campo il 30 marzo all’Arechi con il Venezia. Partita da vincere per allontanare la zona playout e chissà. Anche se mancano solo otto partite alla fine del campionato, l’ex calciatore granata e oggi allenatore Gigi De Canio crede ancora nel miracolo anche perché il torneo vive un livello generale molto basso e davanti possono rallentare: “Bisogna sempre guardarsi dietro perché in questi campionati qui sono sempre imprevedibili: se non si pensa anche alla salvezza si commette un grave errore – ha detto De Canio ai microfoni di Radio Alfa – Però non bisogna nemmeno nascondersi perché si può provare il tutto per tutto sperando negli scivoloni delle squadre davanti: cercare di fare più punti possibili per acchiappare l’ultimo posto disponibile per i playoff”.

Spareggi promozione che però sembrano davvero irraggiungibili, anche perché la Salernitana non è riuscita a costruire una vera identità in tutto l’arco del campionato: “Non vivendo il quotidiano è difficile dare spiegazioni sulla situazione della Salernitana. Credo che tutto sommato la classifica rispecchi il reale valore della rosa. Qualcosa poteva andare meglio sicuramente se l’attacco fosse stato più prolifico. Ma è un’annata no, non riguarda solo gli attaccanti ma tutta la squadra in generale”.

In un campionato senza qualità ci voleva davvero poco per avere quel quid in più rispetto alle altre: “Si pensava che la B a 19 potesse offrire maggiore qualità ma mi sembra che effettivamente non ci sia grande talento. La ricerca del risultato conta di più del gioco. In Italia fare l’allenatore è difficile perché appena sbagli due partite ti puoi ritrovare fuori e quindi a volte si deve tralasciare la qualità per pensare al risultato e quindi schierare calciatori di maggiore affidabilità che a volte si preferiscono a calciatori di maggior classe. La società dà un indirizzo tecnico e tattico alla propria squadra e sceglie gli uomini per portare avanti quel credo tattico. E così al Barcellona c’è un certo tipo di calcio, alla Juventus un altro. Sarebbe bello che una società avesse una competenza per stabilire una filosofia da seguire”.

È forse questo il problema principale della Salernitana in questa stagione, i granata non hanno una propria idea di gioco e una rosa già debole non è stata rinforzata a dovere nel mercato di gennaio: “Con l’arrivo di Calaiò sono cambiate le caratteristiche dell’attacco, si pensava che Emanuele potesse dare più garanzie rispetto a Bocalon.  Calaiò si pensava potesse dare garanzie. Quando si fanno delle scelte c’è sempre una logica, poi gli eventi non possono essere determinati a priori. Sul valore di Calaiò non si può discutere, certamente si è sempre allenato e quindi è pronto. Ma il problema non riguarda mai il singolo giocatore ma il collettivo. Gli attaccanti vanno messi nella condizione migliore ma una squadra ha bisogno anche dei gol dei centrocampisti. Per vincere tutto deve funzionare alla perfezione”.

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