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Ascoli-Salernitana, la lettura tattica: Gregucci azzecca scelte iniziali e cambi

Dopo il tempo (giusto) delle valutazioni, del lavoro e della preparazione di un progetto tecnico, Gregucci risolve l’anemia offensiva granata. Schiera due punte e rispolvera un sontuoso Mazzarani tra le linee e la Salernitana si ritrova ed espugna il Del Duca di Ascoli.

Vivarini, tecnico bianconero, pensa di sfruttare la superiorità con i due interni di centrocampo supportati dalla pressione di tre attaccanti sui rispettivi difensori granata, ma il progetto salta. Iniguez (regista della squadra bianconera) è l’ombra di sé stesso e non riesce a trovare posizione e geometrie; Cavion e Frattesi potrebbero guadagnare spazio e campo dietro ai quinti granata ed a ridosso dei tre difensori salernitani impegnati (almeno nel progetto) in duelli uno contro uno con i tre attaccanti marchigiani. Tutto ciò non accade per merito di Lopez e Casasola (tra i migliori in campo) che pressano alti i terzini ascolani senza ricevere “imbucate” alle spalle dai due interni di centrocampo bianconeri, peraltro ben assorbiti da Perticone e Gigliotti che riescono ad arginarli senza grosse sofferenze complice anche l’assenza ingiustificata degli avanti del Picchio.

Ciciretti e Ganz si concedono un primo tempo al piacevole trotto, con il solo Ninkovic (pregevole il suo gol complice un errore di tattica individuale di Gigliotti) che tenta tra le linee a creare qualche problema alla squadra campana. La Salernitana dopo pochi minuti di disattenzione (replicati anche ad inizio ripresa) si dimostra più forte dell’Ascoli, domina a centrocampo e riscopre un talentuoso regista avanzato, quel Mazzarani spesso utilizzato solo col contagocce in questa stagione. La sua prestazione dimostra di come la squadra abbia bisogno di qualità tecniche proprio in quella zona dove si vincono le partite. Con i due cambi nell’intervallo (Beretta ed Addae rimpiazzano Ciciretti e Iniguez) Vivarini restituisce gamba, vivacità e soprattutto anima all’Ascoli. La Salernitana invece ritarda il cambio del sistema di gioco: solo al 65’ Gregucci ruota i centrocampisti riportando Mazzarani interno di centrocampo a sinistra, Di Tacchio centrale e Minala dalla parte opposta. Si passa al 3-5-2, ma la squadra s’è già abbassata troppo probabilmente per l’incapacità di gestire il vantaggio e dominare la partita. La Salernitana non riesce a tamponare l’avversario e riesce a fare bottino pieno più per la mediocrità dell’Ascoli che per meriti propri. I granata devono necessariamente pensare ad amministrare continuando a fare la partita: la squadra non è dotata (almeno a guardare gli arruolabili di ieri sera) di difensori forti nei duelli e paga il ritardo atletico di giocatori di buona caratura ma che scontano lo scarso impiego di quest’anno (Minala, Calaiò, Mazzarani).

Gregucci si dimostra equilibrato nelle scelte e nelle sostituzioni, intercambia (e bene) i giocatori in funzione del minutaggio che hanno nelle gambe (buona l’ora di gioco di Calaiò). Comprensibile (per il momento della partita) la scelta di Pucino quando sostituisce l’ormai sfinito Casasola. Un ritardo in ripiegamento dell’argentino per poco non costa il pari alla squadra. Le partite si vincono se si domina il gioco. Gregucci sembra aver imboccato quella strada e i giocatori dovranno metabolizzare l’interpretazione di una filosofia vincente, sebbene in maniera differente.

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